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Petrolio, tensione ancora alta tra Vietnam e Cina

La comunicazione da parte cinese dello spostamento in acque più vicine a quelle territoriali vietnamite di quattro sue nuove piattaforme petrolifere rischia di riaccendere la tensione tra i due paesi, che a maggio aveva provocato la devastazione di centinaia di imprese cinesi in Vietnam, aggressioni fisiche, anche alcune vittime e la fuga in massa dei cittadini della Repubblica popolare, ma anche taiwanesi e singaporeani.

La maggiore delle piattaforme, della lunghezza di 60 metri, viene al momento trainata dalla posizione originaria a Sud dell’isola di Hainan verso una località ignota, comunque distante dalle aree oggetto di controversia tra Pechino e Hanoi attorno all’arcipelago delle Paracel. L’amministrazione per la sicurezza marittima cinese ha chiesto alle navi che si trovano nella zona di lasciare libero il passaggio alla struttura.

Questa azione, che coinvolge un’area marittima diversa da quella dove negli ultimi quaranta giorni si sono registrati confronti anche duri, con speronamenti e uso di idranti, tra navi cinesi e imbarcazioni da pesca vietnamite attorno a un’altra piattaforma di prospezione petrolifera, solleverà forti proteste. Il governo vietnamita sta cercando di rimediare ai danni all’immagine di paese favorevole per le aziende straniere, incluse quelle cinesi coinvolte della rivolta avviata dall’affondamento di un battello vietnamita presso una piattaforma spostata unilateralmente da Pechino in acque oggetto di disputa.

Ieri le autorità vietnamite hanno sciolto nella capitale una piccola manifestazione di cittadini che protestavano contro “le aggressioni cinesi”, e difficilmente consentiranno altre iniziative che possano danneggiare l’economia.

Restano i problemi aperti, tuttavia, e in particolare la volontà cinese di far valere le propria sovranità sulla maggior parte del Mar cinese meridionale, entrando così direttamente in contrasto con le pretese vietnamite e filippine in aree diverse dello stesso mare. Mercoledì è sostanzialmente fallito il colloquio sulla prima piattaforma, la 981, posizionata più a Sud, a 330 chilometri a Est delle coste vietnamite e a 370 da quelle dell’isola cinese di Hainan. Quello che è stato finora l’incontro a più alto livello sulla questione, si è concluso con la richiesta del consigliere di stato Yang Jiechi, a capo della delegazione cinese che ha accolto quella vietnamita in visita, che Hanoi deve smettere di “fomentare” le tensioni riguardo le piattaforme che comunque la loro collocazione in acque cinesi esclude ogni rivendicazione vietnamita. Una dichiarazione non incoraggiante che ha segnalato il fallimento del vertice in cui il premier vietnamita Nguyen Tan Dung aveva indicato come il comportamento cinese violi la sovranità vietnamita e offenda il suo popolo.

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