Ha tentato il suicidio lanciandosi dal tetto del palazzo del tribunale dove lavorava, si è salvata ed è stata licenziata perché quel gesto estremo è stato compiuto durante l’orario di lavoro. Il tentato suicidio risale all’aprile scorso, il licenziamento arriva a distanza di due mesi, la notizia viene riportata dai giornali ieri.
Succede in Croazia e la protagonista di questa assurda vicenda si chiama Ivana Muhar, 28 anni, addetta alle pulizie in quel tribunale. Dopo le prime cure ricevute in un ospedale di Zagabria per le lesioni e fratture riportate nella caduta, la donna è attualmente sotto osservazione presso l’Ospedale Psichiatrico di Jankomiru.
Le motivazioni del suo licenziamento in via straordinaria le “spiega” il giudice che l’ha firmato, Darko Zupancic, presidente del tribunale di Samobor, (provincia di Zagabria), che fa riferimento a codici etici per i dipendenti pubblici, contratto collettivo e Codice del lavoro.
La donna, dice il giudice, “ha violato le leggi e i codici quando a causa del tentato suicidio durante l’orario di lavoro ha omesso di svolgere le proprie funzioni e non ha compiuto le mansioni assegnatele per quel giorno: la pulizia degli uffici del tribunale”.
Proprio così, come leggete. E la “grave violazione” commessa dalla donna avrebbe di conseguenza compromesso la fiducia del datore di lavoro nei suoi confronti.
Se proprio vuoi morire, fallo in privato…
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