In Grecia, un lavoratore dipendente su tre guadagna poco più di 300 euro al mese al netto delle imposte (440 euro lordi). Lo riferisce oggi il quotidiano ateniese Ta Nea che pubblica i risultati – definiti “sconvolgenti” – di uno studio del settore privato del Paese condotto dall’Istituto del Lavoro della Gsee (Ine-Gsee), uno dei due maggiori sindacati ellenici che rappresenta i lavoratori del settore privato.
Secondo l’indagine, i dipendenti privati sono in genere impiegati in lavori part-time, situazione che implica orari di lavoro ridotti e turnazioni.
Stando alle stime di Savvas Rompolis, direttore dell’Istituto, circa 500.000 dipendenti del settore privato hanno occupazioni part-time. Inoltre, lo studio dimostra come i salari medi si siano ridotti negli ultimi anni a causa dei nuovi contratti di lavoro flessibili e le peggiorate condizioni economiche che hanno dominato il mercato del lavoro in seguito alle pesanti misure adottate dal governo di Atene sotto dettatura della troika (Ue, Bce e Fmi) in cambio dei ‘prestiti’ al paese. Calcolando che la disoccupazione è pari ancora al 26-27% la situazione nel paese è gravissima.
Per il 2014, il salario medio annuale in Grecia è stato stimato in 21.930 euro annui (pari a 1.827 euro lordi al mese), meno che in Slovenia (24.472) e Cipro (22.740). Più in alto – e di molto – nella lista sono la Francia (con 49.256 euro), Irlanda (44.377), Germania (38.964) e Spagna (34.584).
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