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Nazionalizzazioni: Venezuela costretto a pagare 1,6 miliardi a Exxon Mobil

Il tribunale di arbitraggio della Banca Mondiale (Ciadi) ha fissato in un miliardo e 600 milioni di dollari la somma che il Venezuela dovrà versare alla multinazionale statunitense Exxon Mobil come compensazione per la nazionalizzazione delle sue attività nel paese sudamericano.
L’importo è di gran lunga al di sotto del 10 miliardi chiesti inizialmente dal colosso petrolifero, sebbene il Ciadi avesse già fissato come cifra massima 6 miliardi. La compensazione copre l’esproprio di beni di Exxon nei giacimenti Cerro Nero e La Ceiba e un importo supplementare calcolato dal tribunale per “tagli di produzione e delle esportazioni”.
Nel 2007 la Exxon aveva denunciato il Venezuela allo speciale tribunale chiedendo il risarcimento per il sequestro dei suoi beni nella Cintura dell’Orinoco, che si ritiene ospiti le principale riserve di greggio, sebbene “pesante” (e quindi meno redditizio e più difficilmente utilizzabile), al mondo.
Con una decisione analoga, la Camera di Commercio Internazionale (Icc) aveva stabilito alla fine del 2011 che l’azienda statale Petroleos de Venezuela (Pdvsa) deve pagare a Exxon 908 milioni dollari.
La sentenza arriva in un momento in cui il Venezuela e Pdvsa devono pagare, per debiti e interessi, una media di 10 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Per questo gli analisti considerano positiva la decisione del Ciadi.
Nonostante il suo ritiro dal Ciadi, nel 2012, il Venezuela attende ancora l’esito di una trentina di arbitraggi a seguito di una politica di espropriazioni e nazionalizzazioni condotta dal defunto presidente Hugo Chavez durante i suoi 14 anni al governo nei settori chiave dell’economia.

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