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Governo turco rafforza il controllo sul Csm di Ankara

I candidati sostenuti dal partito di governo, l’islamista e liberista Akp, hanno ottenuto la maggioranza dei seggi alle elezioni per l’organismo di controllo della magistratura, rafforzando così il controllo già imposto ai giudici attraverso recenti misure legislative.
Il voto di ieri è l’ultimo episodio dell’aspra controversia che oppone il presidente Recep Tayyip Erdogan e l’ex alleato, l’imam Fethullah Gulen, accusato di aver usato la sua influenza sulla polizia e sulla magistratura per danneggiare il governo con accuse di corruzione.
Erdogan ha accusato per lungo tempo i seguaci di Gulen di aver stabilito uno “stato parallelo” e di aver lanciato un’inchiesta per corruzione a fine 2013 che ha coinvolto il presidente e i suoi alleati più stretti. Il presidente, che ha guidato la Turchia come premier per oltre un decennio, ha replicato cercando di riportare la magistratura sotto il suo controllo e licenziando centinaia di giudici e poliziotti coinvolti nell’inchiesta. Ad aprile il Parlamento ha approvato una legge che dava al governo maggiori poteri sull’HSYK. Ma la corte costituzionale ha annullato interi capitoli delle legge senza però allentare del tutto la morsa del governo sull’organismo di controllo sull’operato dei magistrati.
I candidati di Erdogan hanno vinto otto dei dieci seggi in palio in un voto espresso da oltre 14.000 giudici e pubblici ministeri per l’elezione dei membri dell’Alto consiglio per i giudici e i pubblici ministeri (HSYK), organismo indipendente responsabile della nomina dei magistrati. Gli altri due seggi in palio per l’HSYK, che ha 22 membri in totale, sono andati a due candidati considerati vicini a Gulen (in competizione con Erdogan ma sempre di ispirazione islamista e liberale).
Erdogan ha accolto con soddisfazione l’esito del voto. “I nostri pubblici ministeri e giudici hanno confermato il loro onore e la loro dignità e hanno dato una risposta adeguata a coloro che tentavano di prendere controllo della magistratura e di tenerla in ostaggio” ha detto il ‘sultano’. Soddisfatto anche il premier Ahmet Davutoglu, che ha parlato di “vittoria della libera volontà”.

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