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Irruzione della polizia nell’ambasciata venezuelana a Washington

I dirigenti di Code Pink riferiscono che le autorità degli Stati Uniti sono entrate nell’ambasciata venezuelana in D.C. per arrestare quattro attivisti rimasti a “proteggere l’ambasciata”, violando la legge e le convenzioni internazionali.

Le forze di sicurezza degli Stati Uniti hanno fatto irruzione nell’ambasciata del Venezuela a Washington giovedì e hanno preso i quattro membri rimanenti del collettivo di protezione, annuncia l’organizzazione Code Pink. L’annuncio è stato confermato dall’avvocato degli attivisti, Mara Verheyden-Hilliard.

Tale azione viola diversi articoli della Convenzione di Vienna e infrange il diritto internazionale.

Il giornalista di Telesur, Jorge Gestoso, fuori dall’ambasciata, dice che ci sono servizi di sicurezza, agenti federali e dozzine di agenti di polizia del D.C. armati pesantemente all’ingresso posteriore dell’ambasciata. Secondo Gestoso, gli agenti vestiti con equipaggiamento militare hanno preso posizione nel seminterrato dell’ambasciata dove non ci sono telecamere di sorveglianza. Ciò ha permesso alle autorità statunitensi di effettuare gli arresti fuori della vista del pubblico e dei media.

Jose Pertierra, esperto di diritto internazionale, parlando in esclusiva a teleSUR di Washington, ha detto che questa tattica delle autorità statunitensi di cercare di rimuovere gli attivisti attraverso lo scantinato viene fatta “al fine di evitare una guerra di immagini in cui possono avere azioni di polizia senza diventino pubbliche”.

Pertierra aggiunge che questa operazione delle forze di sicurezza viola la legge internazionale, che vieta a una nazione ospitante di invadere il territorio sovrano dell’ambasciata di un altro paese.

L’esperto di legge ha detto che i manifestanti probabilmente faranno causa all’amministrazione degli Stati Uniti se vengono arrestati, “perché non è nell’interesse del governo”.

Gli attivisti che erano nell’edificio dalla metà di aprile avevano perso peso da quando si erano barricati all’ambasciata per proteggersi dalla cattura illegale da parte delle autorità degli Stati Uniti. Le loro scorte di cibo erano state impedite dalle autorità degli Stati Uniti e dagli attivisti dell’opposizione venezuelana, fuori dall’ambasciata.

Carlos Vecchio, nominato come inviato negli Stati Uniti dal presidente provvisorio autoproclamato del Venezuela, Juan Guaidò, la scorsa settimana ha “ordinato” che l’elettricità e l’acqua fossero illegalmente tagliate all’ambasciata. Per prenderne poi possesso…

Gli attivisti all’interno della struttura hanno detto mercoledì pomeriggio a Gestoso di essere di buon umore in quel momento e che stavano cercando di negoziare un accordo pacifico con l’amministrazione Trump, ai sensi dell’articolo 45 della Convenzione di Vienna che avrebbe permesso agli attivisti di consegnare l’ambasciata a un paese terzo.

Secondo Gestoso gli attivisti che stavano proteggendo l’ambasciata dicono di aver trovato un biglietto che imponeva loro di lasciare l’edificio dalla porta principale dell’ambasciata durante la notte e che una serratura era stata rotta. La proposta dell’articolo 45 è stata completamente respinta.

Il corrispondente di teleSUR a Washington, Alina R. Duarte, ha confermato che la polizia sta respingendo la stampa dalla zona intorno all’ambasciata, mentre i sostenitori del presidente venezuelano Nicolas Maduro, al rovesciamento del presidente da parte degli Stati Uniti, gridano “niente guerre!”

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1 Commento


  • Federico

    E’ l’ennesimo atto di banditismo internazionale da parte degli Usa! Tutto questo è inaccettabile, così come è inaccettabile l’omertà di stampo mafioso della cosiddetta “grande stampa” italiana, che del resto fa orecchie da mercante anche quando i sionisti si mettono sotto i piedi le risoluzioni dell’Onu! Tutto in nome della Democrazia ovviamente…

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