Il Parlamento turco ha approvato oggi una nuova legge che inasprisce ulteriormente il già ferreo controllo governativo su Internet, consentendo il blocco dei siti senza previa autorizzazione giudiziaria.
La nuova legge avallata dal Parlamento è molto simile a quella approvata lo scorso settembre, poi bocciata dalla Corte costituzionale un mese dopo. Il testo permette all’agenzia di telecomunicazioni turca – di nomina governativa e sotto il controllo dell’esecutivo – di bloccare un sito che sia considerato offensivo, o che violi il diritto alla privacy o che metta a rischio “la stabilità dello Stato”. In base alla norma i provider di siti avranno solo quattro ore di tempo per chiuderlo per non incappare in pesanti sanzioni e un ordinanza giudiziaria sarà richiesta per convalidare il blocco dopo 48 ore.
Da un anno, le autorità turche si attirano numerose critiche bloccando provvisoriamente i social network Twitter e Facebook, accusati di diffondere false informazioni su uno scandalo di corruzione in cui è coinvolto il governo o vietando l’accesso a dei siti considerati “offensivi” per l’islam. Il presidente islamista e liberista Recep Tayyip Erdogan si è reso protagonista in prima persona di una serie di attacchi virulenti contro internet e i social network. L’anno scorso aveva paragonato Twitter a “un coltello nelle mani di un assassino”.
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