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Terremoto in Nepal: i morti sono già 7000

Da oggi, nel Nepal martoriato dal terremoto di magnitudo 7.8 del 25 aprile e da centinaia di scosse successive anche di forte intensità, da oggi sono in campo anche i soccorsi provenienti dagli Stati Uniti dopo quelli massicci arrivati da Cina e India.

Il problema è che l’aeroporto di Kathmandu, con un sola pista, limitate aree di parcheggio e strutture di immagazzinaggio essenziali, è un collo di bottiglia che frena lo “slancio internazionale”. Difficile che altri si possano aggiungere alla ventina di paesi che hanno inviato uomini sul terreno, perché logisticamente un’ulteriore presenza sarebbe ingestibile, ma sarebbe possibile un sistema a rotazione per un’emergenza destinata a durare. Anzi, le autorità hanno addirittura sollecitato i soccorritori a rientrare nei loro paesi.

Il conto delle vittime è salito nel fine settimana a 7250 morti e oltre 14.000 feriti, ai quali si aggiungono gli oltre cento morti in Cina e India. Dopo l’uomo di 101 anni recuperato vivo sabato nel distretto di Nuwakot e le tre donne salvate ieri in quello di Sindhpalchowk, lontano dalla capitale, i soccorritori non hanno rilevato altre tracce di vita da sotto le macerie nelle aree finora interessate dai soccorsi.

Il ministro delle Finanze Ram Sharan Mahat ha confermato che prevedibilmente il bilancio si aggraverà di molto quando i soccorritori riusciranno a raggiungere le aree montuose all’epicentro del terremoto, dove la devastazione, vista dall’alto, è enorme. Il ministro ha sollecitato aiuti per centinaia di milioni di dollari, un contibuito all’emergenza, perché si calcola che ne serviranno miliardi solo per chiudere la fase dei soccorsi e ameno 10 miliardi per la ricostruzione.

Alla conta delle vittime accertate e degli scomparsi si aggiungono anche gli stranieri. Almeno sei quelli ritrovati nella regione di Langtang, famosa area di trekking, e un centinaio dispersi sempre nella stessa regione. Nonostante le necessità economiche del paese, che potrebbe perdere quest’anno 200.000 visitatori, resta improbabile la riapertura dell’Everest alle spedizioni alpinistiche questa settimana, come pure di tutte le aree abitualmente meta di appassionati della natura e della montagna da ogni parte del mondo.

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