Eli Dogan Turkmen, una delle principali candidate del partito d’opposizione turco, è stata ferita a una gamba in un’aggressione armata avvenuta nella città di Adana, nel sud del paese. Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza politica in vista delle elezioni legislative convocate il 7 giugno prossimo.
Turkmen, avvocato e candidata per il Partito repubblicano del popolo (Chp), è stata colpita da ben tre proiettili sparati da un’auto in corsa mentre usciva da un ristorante ieri sera. Il governatore di Adana, Mustafa Buyuk, intervistato dalla rete Ntv, ha escluso che l’attentato sia legato a motivi politici ma ha ipotizzato che il movente sia da ricercare in questioni pregresse dell’attività lavorativa della candidata, una presunta “disputa tra il legale e un suo vecchio cliente”.
L’aggressore è ricercato dala polizia mentre Turkmen è stata ricoverato per le ferite che sono state giudicate non gravi.
In Turchia la tensione politica tra i principali partiti è alta a due settimane dalle elezioni legislative cruciali per la continuazione al potere dell’Akp – l’islamista partito per la Giustizia e lo Sviluppo – e l’attuale presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdogan.
Tutti i sondaggi – l’ultimo quello dell’istituto Sonar – indicano che l’Akp è in discesa rispetto ai risultati delle ultime elezioni e alle aspirazioni di Erdogan, che vorrebbe la maggioranza assoluta per poter modificare la costituzione del paese e introdurre, attraverso il presidenzialismo all’americana, un forte accentramento dei poteri nelle proprie mani. Secondo la rilevazione pubblicata nelle scorse ore il partito di governo si fermerebbe al 41%. Se così fosse dovrebbe, per governare, formare una coalizione con un’altra forza politica. Ma tra i partiti il cui ingresso è previsto in parlamento – occorre superare il draconiano sbarramento del 10% – nessuno ha allo stato intenzione di sostenere una coalizione guidata dall’Akp e men che meno da Erdogan. Il che potrebbe portare il paese verso un pericoloso impantanamento politico.
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