Come ogni fine settimana ormai da oltre un mese, anche oggi e domani nella capitale moldava Kišinëv si svolgono dimostrazioni dei partiti di opposizione che chiedono le dimissioni della leadership del paese entro venerdì prossimo, a partire dal presidente della repubblica Nicolae Timofti, manifestano contro “l’occupazione del paese da parte degli oligarchi”, chiedono elezioni parlamentari anticipate e l’elezione diretta del capo dello stato.
Nella notte tra venerdì e sabato, si sono nuovamente piantate tende lungo il viale che separa l’edificio del parlamento dalla residenza presidenziale. Bloccate le principali vie del centro; tra la polizia e le decine di migliaia di manifestanti si è formata una catena umana dei deputati del Partito Socialista che, insieme al Partito Nostro, sembra ora aver preso le redini delle proteste. I rappresentanti dei due partiti di centro-sinistra cercano in tal modo di impedire provocazioni da parte del movimento euroatlantico DA-”Demnitate si adevar”(Dignità e verità), nettamente schierato per l’ingresso nella UE e l’adesione alla Nato, che pareva aver egemonizzato le iniziali proteste antigovernative e che, sebbene continui nella propria azione, rifiuta di unirsi a PS e PN.
Parlando di fronte alla folla dei manifestanti, il segretario del PS, Igor Dodon, ha dichiarato che domani i 24 deputati del PS (la più forte frazione parlamentare) chiederanno la convocazione d’emergenza del parlamento. “Tutto quello che abbiamo fatto in questi 10 giorni”, ha detto oggi Dodon, “è stato un avvertimento al potere: se non ve ne andrete di vostra volontà, la situazione si farà tesa. Non giocate con noi, non mettete alla prova il popolo. Ancora una volta chiamo gli oligarchi a non voler sperimentare la rabbia popolare. Possiamo ancora risolvere tutto senza destabilizzare la situazione”, ha dichiarato il leader del PS.
Intanto, oggi le autorità moldave hanno fermato all’aeroporto di Kišinëv ed espulso dal paese i reporter della russa NTV, adducendo la mancanza da parte loro del permesso del Ministero della stampa moldavo. Ieri, invece, il primo ministro Valeriu Streleț aveva nuovamente avanzato la richiesta di ritirare il contingente di pace russo dalla Transdnestria.
Anche questa settimana, le agenzie non menzionano la partecipazione alle manifestazioni da parte del PC della Repubblica di Moldavia – i cui deputati pur accusano la leadership del paese di “responsabilità nell’instaurazione in Moldavia di un potere mafioso” – incolpato d’altronde dai comunisti di “Blocco rosso” di fornire appoggio esterno al governo.
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