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Smacco per gli Usa, ambasciatore venezuelano espulso torna a Washington da presidente dell’Osa

Espulso dagli Stati Uniti nel 2010, quando era ambasciatore a Washington, il diplomatico venezuelano Bernardo Álvarez è tornato nella capitale nordamericana per pronunciare il suo primo discorso come nuovo presidente del Consiglio permanente dell’Organizzazione degli Stati americani (Oea/Osa), incarico che ricoprirà fino al 31 dicembre.

Esponente del governo latinoamericano che più di altri nell’arco degli ultimi 15 anni ha contestato l’organismo panamericano accusandolo di “asservimento” alla Casa Bianca, Álvarez si è insediato fra rinnovate tensioni: infuria infatti la polemica per la decisione di Caracas di rifiutare gli osservatori dell’Oea/Osa alle imminenti elezioni legislative di dicembre.

Álvarez aveva subito la revoca del visto nel 2010, nel pieno del duro scontro diplomatico fra il governo statunitense e l’allora presidente Hugo Chávez, che, a sua volta, impedì al diplomatico nordamericano Larry Palmer di ricoprire l’incarico di ambasciatore a Caracas.

Ma gli Usa nulla hanno potuto fare per impedire ad Álvarez di tornare a Washington come ambasciatore del suo paese presso l’Oea/Osa, in sostituzione di Roy Chaderton.

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