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L’occupazione israeliana di Gerusalemme diventa un “brand”. Da boicottare

“Two Cities One Break” è lo slogan della nuova campagna di comunicazione realizzata dal Ministero del Turismo di Israele in Italia e incentrata sui “Citybreak” ossia una sorta di simbiosi tra Tel Aviv e Gerusalemme per omologarle sostanzialmente come unica capitale, di Israele ovviamente. Come noto il diritto internazionale non riconosce Gerusalemme come capitale di Israele riconoscendo come tale Tel Aviv. Ma da decenni le autorità israeliane insistono con ogni mezzo – inclusa la pulizia etnica contro i palestinesi che vi vivono – per accreditarsi come i titolari di Gerusalemme. La campagna pubblicitaria intende mettere insieme la tradizione e la storia trimillenariadi Gerusalemme con la modernità di Tel Aviv facendo leva sul divertimento e la tecnologia, “mete perfetta per coniugare tradizione ed innovazione, raggiungibli con oltre 70 voli alla settimana dall’Italia” recita l’ultima campagna di annessione coloniale di Gerusalemme da parte delle autorità israeliane. La campagna prevede anche una tessera “sconti” di 100 euro per chi prenoterà due notti in ciascuna delle due città negli hotel selezionati. “Dopo questa prima ondata di comunicazione estiva che vede l’utilizzo di carta stampa, outdoor e online, la campagna contnuerà in autunno ancora su altri mezzi e così fino alla fine dell’anno – ha spiegato Avital Kotzer Adari, direttore dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo in Italia – Confidiamo molto in questa campagna, che è e sarà la più impegnativa degli ultimi 8 anni e che andrà a coinvolgere tutti i mezzi, dal tradizionali ai social”. Adoperiamoci affinchè il turismo italiano non abbocchi a questa ennesima operazione di legittimazione dell’occupazione coloniale israeliana. Non servirà neanche un grande sforzo visto che nel 2015 le proiezioni compilate dalla associazione israeliana degli Hotel riportavano un calo del 28% dei soggiorni turistici in Israele (nel primo trimestre). La città turistica di Eilat,  nel sud di Israele, ha registrato un calo del 51% di soggiorni turistici, il Mar Morto ha registrato un calo del 44%, Nazareth del 32% e Tiberiade del 31%. La situazione è affatto migliore a Gerusalemme e Netanya.

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