Il centro di Dokučaevsk, una cinquantina di km a sudovest di Donetsk martellato dai mortai ucraini; la scuola n. 44 a Makeevka, 25 km a nordest di Donetsk, presa di mira in pieno giorno con cannoni da 152 mm. Solo nelle ultime 24 ore, le forze ucraine hanno esploso poco meno di 600 colpi (tra proiettili d'artiglieria, mine di mortai da 85 e 120 mm, tiri da mezzi blindati e corazzati) contro obiettivi, soprattutto civili, delle Repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk.
E' la risposta di Kiev al cessate il fuoco proclamato in via unilaterale da DNR e LNR a partire dalla mezzanotte di ieri. E' la dimostrazione di come Kiev, senza dubbio con il benestare dei tutori d'oltreoceano e proprio nel momento in cui sono convenuti a Kiev i Ministri degli esteri di Germania e Francia, Frank-Walter Steinmeier e Jean-Marc Ayrault, per discutere, in una sorta di “formato normanno” senza Mosca, la questione del Donbass, sia intenzionata a non rispettare gli accordi di Minsk, proclamando anche ufficialmente che non procederà ad alcuna elezione delle amministrazioni locali, come previsto dagli accordi o allo scambio di prigionieri. E' la dimostrazione di come venga impiegata la terza tranche, per 1 miliardo di $, elargita appena ieri all'Ucraina dal FMI nel quadro del Extended Fund Facility Arrangement (EFF). I fondi vengono versati in base al rispetto, da parte di Kiev, delle condizioni dettate dal FMI stesso (tagli a pensioni e salari, aumenti inauditi di tariffe e tasse, licenziamenti, ecc.) e fanno parte di un “gruzzolo” di 17 miliardi di $ stabilito nel marzo 2015, con una tranche di 5 miliardi e una di 1,7 già concesse a Kiev lo scorso anno.
Mosca si era opposta alla concessione di questa terza tranche, dal momento che l'Ucraina ha sinora rifiutato di estinguere il debito nei confronti della Russia. Ma il FMI e Washington hanno proseguito sulla strada tracciata ed è così che Kiev ha già potuto annunciare che il bilancio della “difesa” per il 2017 salirà a poco meno di 5 miliardi di $, cioè il 5% del PIL e sarà dunque aumentato, rispetto al 2016, di circa 570 milioni di $: oltre la metà, per l'appunto, di quanto concesso dal FMI. Tutti quegli ucraini, i cui stipendi bastano appena per il pane e sono insufficienti per pagare le tariffe di luce e gas imposte dal FMI, sanno già in quali mani finirà la rimanente metà del nuovo credito occidentale, così come è stato per le precedenti tranche. Panama papers (e non solo) docet.
FP
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