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In ricordo di Ryan, combattente internazionalista in Kurdistan

Qualche mese fa avevo scritto su questa pagina che avrei voluto molti di voi vedessero i volti dei volontari internazionali che stavano arrivando per combattere lo stato islamico in Rojava. Avevo in mente questo volto in particolare. Ryan Lock. Ventenne, pieno di energia, riservato ma gentile, aveva lasciato il suo lavoro come cuoco in Inghilterra per unirsi alla rivoluzione della Siria del Nord e stava per partire per il fronte quando io ho lasciato il paese.

E' morto il 21 dicembre durante uno scontro con Daesh in un villaggio a nord di Raqqa, nella campagna Rabbia dell'Eufrate che le Forze Siriane Democratiche a guida Ypg hanno lanciato a ottobre e che sta completando l'accerchiamento della capitale dell'Isis. Con lui sono caduti anche combattenti curdi e il combattente canadese Nazzareno Tassone.

Si trovava in precedenza nelle campagne di Menbij, a nord di Aleppo, quando un mese fa un bombardamento turco contro le Sdf-Ypg ha colpito la sua unità e ucciso Michael Israel (Usa) e Anton Lescheck (Germania). Ryan era stato ferito, ma aveva voluto comunque rimanere e aveva chiesto di essere trasferito sul fronte di Raqqa.

Il suo nome de guerre era Berxwedan, "Resistenza", e Givara, in onore del rivoluzionario argentino, ma anche in ricordo di Dean Carl Hevans, anche lui inglese, caduto quest'estate nella battaglia di Menbij. Anche Dean, infatti, aveva scelto Givara come nome di combattimento. Il Che non può saperlo, ma sta combattendo ancora, nel 2017, in Siria, magari parlando curdo frammischiato ad arabo, con accento inglese e intonazione british.

Questo periodo storico non è all'altezza di ragazzi come Ryan, ma l'avvenire può essere luminoso solo grazie a persone come lui.

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