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Agile-Eutelia: anche i magistrati perplessi per condanna lavoratori

Anche i magistrati non sono tutti uguali. Non è piaciuta neppure a molti di loro la condanna, emessa dal gip Roberta Palmisano, a tre mesi di reclusione, convertiti in una pena pecuniaria di 7.600 euro a testa, di 12 lavoratori che, nel novembre 2009, occuparono la sede di Agile-Eutelia per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi. «La notizia – ha commentato il procuratore aggiunto Nello Rossi, coordinatore del pool criminalità economica – mi ha provocato due reazioni: amarezza personale e dissenso sul piano giuridico. I lavoratori non sono estranei rispetto all’azienda in cui operano e quindi il fatto che in un momento di gravissimi crisi aziendale stiano all’interno della fabbrica in una sorta di assemblea permanente dovrebbe escludere di considerarli come invasori della fabbrica stessa». Nello Rossi, in particolare, ha coordinato i sostituti Paolo Ielo, Francesca Loy e Giuseppe Cascini, titolari dei procedimenti nei confronti dei responsabili di Agile-Eutelia, alcuni dei quali già definiti con patteggiamenti ed altri con processi in corso. «In questi anni – ha aggiunto – come coordinatore del gruppo criminalità economica ho visto di tutto: falsi imprenditori che realizzano vantaggi rispetto alla concorrenza ed enormi profitti non pagando per anni le imposte; oppure imprenditori imputati di bancarotta applauditi da platee televisive del tutto ignare del fatto che sono, tra l’altro, accusati di non aver pagato i contributi previdenziali per i loro dipendenti». «Ma in questo caso – afferma Rossi – è diverso, di fronte ad un procedimento che non appartiene al mio gruppo torno cittadino ed esprimo il mio disappunto. Una spiegazione possibile sta forse nel fatto che il procedimento in questione, ossia per decreto, è stato fatto sulle carte e senza alcun contraddittorio davanti al gip. In effetti il vero giudizio, con dibattimento e contraddittorio, comincerà quando i lavoratori, come hanno annunciato, proporranno opposizione al decreto penale». «Come magistrato – conclude il procuratore aggiunto – ho piena fiducia nel contraddittorio e nel giudizio. Del resto, di fronte a vicende cosi sensibili socialmente dobbiamo guardare con franchezza al nostro operato sapendo fare, all’occorrenza, critica ed autocritica».

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