Senza che i giornali se ne siano minimamente resi conto – preferendo polemiche strumentali e ridando voce ad autentici “cadaveri politici” – ieri sera al Teatro Polivalente di Bussoleno si è tenuta un’assemblea popolare che ha visto la partecipazione di più di 500 persone. Una di quelle occasioni in cui il popolo No Tav si ritrova al gran completo in tutte le sue articolazioni: movimento, amministratori, amici e sostenitori, dalla valle alla pianura.
Le polemiche interessate sui sassi vengono archiviate con poche battute e sintetizzate nella formula di Alberto Perino: “meno sassi, più persone alla Maddalena” ma nessuno sconto viene fatto a quei “lavoratori” che padroni, media e politici scoprono all’improvviso di amare tanto. Li si accosta molto pacatamente a dei “boia” che, loro anche, devono fare il loro lavoro… Epiteti non molto migliori se li guadagna il segretario della Cisl Bonanni che aveva annunciato nei giorni scorsi un’iniziativa di solidarietà ai poveri operai del Sì Tav definendo “fascisti” i loro (presunti) “aggressori”.
Le lettura di un comunicato dell’Anpi di Foresto-Bussoleno-Chianocco risponde per le rime ai tentativi di criminalizzazione del movimento e si stringe intorno al popolo della valle che inizia la sua prova di resistenza più importante. Vengono letti i saluti del partigiano Ugo Berga e la sua condanna di chi sta spingendo per una militarizzazione della valle.
Nicoletta Dosio legge il comunicato di solidarietà dei lavoratori della Fincantieri che sabato pomeriggio visiteranno il presidio alla Clarea di Chiomonte.
E poi inizia l’assemblea vera e proprio con de ore e mezza di interventi che fanno il punto e rilanciano la necessità di una presenza organizzata, determinata e continua sui territori della Maddalena. Parla Sandro Plano, Presidente della Comunità Montana, precisando che la sua resta un opzione No Tav convinta. Altri amministratori ribadiscono il rifiuto categorico di ogni “compensazione”.
Precisa Perino: “quello che conta non è il lavoro ma lo stipendio, il reddito, le possibilità di vita”. Gli fa eco Claudio Cancelli: “dobbiamo resistere perché l’alternativa di questi signori è la pura e semplice distruzione dello stato sociale. L’ha detto oggi la Marcegaglia – figlia e sorella di pregiudicati – tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, grandi opere, liberalizzazioni. Questo significa la distruzione sistematica di migliaia di posti di lavoro e la privatizzazione spinta di Scuola e Sanità”. Lele Rizzo precisa: “quando dico che la Maddalena sarà la madre di tutte le battaglie non parlo di uno scontro militare ma della passione che ci metteremo per difendere ogni centimetro di quel territorio. Lo dobbiamo a quelle persone del movimento che sono morte e hanno chiesto di essere seppellite con la bandiera No Tav!”.
Maurizio Piccione, operaio di Avigliana e militante No Tav della prima ora (e tale rimasto, non come Ferrentino e Allegro che cercano la ribalta), annuncia la costituzione di un’associazione di imprenditori di valle e tenutari di partite Iva “in difesa della valle”, per contrastare la retorica secondo la quale il lavoro in val Susa può arrivare solo con l’alta velocità scortata dai blindati della polizia (o dell’esercito, come verrebbe qualcuno). Turi Vaccaro, pacifista di lunga data, presenta la sua scelta di sciopero della fame e della parola per sostenere la protesta del movimento. Diversi interventi dei cattolici della valle e delle diverse anime del movimento riempiono un’assemblea che si dà l’obiettivo unico condiviso: la presenza a Chiomonte per difendere il territorio dalla voracità del super-treno… a partire da questa sera.
Questo è il movimento no tav, una comunità indistruttibile nata e cresciuta nella lotta, intorno a obiettivi tanto basilari quanto confdivisi. Con buona pace di politici, giornalisti e avvoltoi del capitalismo dei disastri che perdono invano il proprio tempo nel tentativo di operare impossibili fratture dentro ad un movimento che ha impiegato più di 10 anni a consolidarsi e arrivare fino ad oggi… per vincere!
A sarà dura!
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