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Istat. L’impresa italiana è nana

Il giorno dopo la relazione del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che tra le altre cose ha stigmatizzato la dimensione delle aziende come causa fondamentale della mancanza di produttività dell’impresa italiana, ecco che l’Istat restituisce una fotografia dettagliata – quindi impietosa – della situazione.

Le imprese attive nel 2009 erano poco meno di 4,5 milioni con 17,5 milioni di addetti. Il 95% delle aziende ha meno di 10 dipendenti. Nelle aziende più piccole lavora circa il 47% dei dipendenti complessivi. Lo rileva l’Istat nella sua indagine sulla struttura dimensionale delle imprese precisando che le imprese senza lavoratori dipendenti sono tre milioni (il 65,2% del totale).

Tra il 2008 e il 2009 – sottolinea l’Istat – il numero delle imprese è diminuito dell’1% mentre la relativa occupazione è scesa del 2%. Nell’industria si riducono tutte le attività manifatturiere (-4,5% le imprese e -5,4% l’occupazione). Aumenta solo il comparto delle utilities, le imprese che forniscono energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (+19,6% le imprese e +1% l’occupazione) e le imprese di fornitura di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento (+3,6% sia le imprese che l’occupazione). Anche nelle costruzioni la diminuzione delle imprese e dell’occupazione è consistente (rispettivamente -1,8% e -5%). In calo appare anche il commercio (-2,6% le aziende e -1,1% l’occupazione) e molti settori dei servizi come il trasporto e magazzinaggio (-3,5% e -2,6%). Tra le eccezioni, si segnalano le attività finanziarie e assicurative (+9,6% per le imprese e +0,6% per l’occupazione) e quelle immobiliari (+4,1% per ambedue). Si riducono le imprese individuali (-1%) e le società di persone (-1,9%). Le società di capitali sono le uniche in moderata crescita (circa 3 mila in più rispetto al 2008), anche se il lieve incremento si accompagna a una contrazione di quasi 162 mila addetti. Nel 2009 il numero delle imprese e la relativa occupazione diminuiscono rispetto al 2008 in tutte le ripartizioni geografiche. Il Sud e il Nord-est assorbono oltre il 60% della diminuzione nazionale in termini di imprese (rispettivamente -1,9% e -1,1%), mentre quasi due terzi della diminuzione degli addetti si concentra nel Nord (-2,6 nel Nord-est e -2,1 nel Nord-ovest). Il sistema produttivo italiano è caratterizzato, dalla forte presenza di micro imprese: quelle con meno di 10 addetti sono quasi 4,3 milioni (il 95% del totale) e occupano il 47% degli addetti. Il 21% degli addetti (circa 3,6 milioni di individui) lavora nelle piccole imprese (da 10 a 49 addetti) e il 12,4% (quasi 2,2 milioni) in quelle di media dimensione (da 50 a 249 addetti). Soltanto 3.718 imprese (0,08%) impiegano 250 addetti e più, assorbendo, tuttavia, il 20% dell’occupazione complessiva (circa 3,6 milioni di addetti). L’occupazione si concentra nel settore manifatturiero, con oltre il 23% degli addetti totali, nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (20% dell’occupazione totale) e nelle costruzioni (poco meno dell’11%).

Mutuando dalla politica le soluzioni cervellotiche degli apprendisti stregoni riguardo al sistema elettorale, qualcuno potrebbe consigliare di adottare il “modello maggioritario” anche per le imprese italiane…

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