Una mattina di un giorno da cani. C’era da aspettarsi un turno di borsa positivo, visto che ieri c’era stato un mezzo crollo quando Wall Street aveva aperto perdendo oltre un punto e mezo percentuale, per poi risalire in gloria sotto la spinta dell’ok greco alle richieste mortali della troika (Ue, Bce, Fmi).
E così andata. Tranne che per le banche italiane, travolte un certo punto dal panico seguito alla notizia che Moody’ – agenzia di rating ormai apertamente indicata come mirino disposizione della speculazioe finanziaria – aveva messo “sotto osservazione” ben sedici banche italiane.
Intesa Sanpaolo e Unicredit sono arrivati a cedere rispettivamente il 7 e il 9% per poi recuperare terreno nel giro di pochi minuti. Quest’ultima, dopo aver ripreso terreno, è nuovamente scivolata in profondo rosso: il titolo è stato sospeso per eccesso di ribasso dalle 12 e 36 alle 13 dopo aver segnato un ribasso dell’8%. Tornate in contrattazione le azioni di Unicredit hanno ridotto le perdite in maniera consistente (-3,33%). Gli altri titoli del settore del credito in calo sono Banca Popolare di Milano (-3,66%), Banca Mps (-3,2%) mentre Intesa Sanpaolo cede il 2,36 per cento.
Secondo la Reuters, i titoli delle banche avrebbero reagito alle parole del consigliere Bce Paramo, che aveva parlato di mercati «fragili come cracker». Gli operatori parlano anche di rumors secondo cui le banche italiane non supererebbero gli stress test.
«Vedo un’isteria sul rischio di contagio per la crisi del debito di Irlanda, Portogallo e Grecia che va un pò oltre», ha commentatp il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni (l’uomo indicato dallo steso istituto come successore di Mario Draghi), durante il suo intervento a unsulla riforma del sistema monetario internazionale.
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