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Confindustria: “una settimana per il governo”, poi…

La “dea dell’amore per il paese” scandisce il tempo residuo per questo governo: o decide misure “strutturali” entro la prossima settimana, oppure basta. Non è chiaro cosa faranno le imprese passati i sette giorni sette, ma il messaggio almeno è solare. Ecco come riassume la giornata politica l’agenzia di stampa principale del paese. Sembra il bollettino di un ospedale psichiatrico…

 

«Se in un tempo brevissimo, diciamo una settimana, il governo non si decide a varare le misure necessarie, rischiamo di subire danni irreparabili». La leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, rilancia il pressing sul per misure di sostegno alla crescita. E, parlando al quotidiano spagnolo El Mundo, sottolinea ancora la crisi di fiducia dei mercati verso il nostro Paese: «Ci guardano con sarcasmo». Ora «o il governo trova la forza e la capacità di fare le cose che deve fare, di interrompere il circolo vizioso nel quale ci troviamo, o non si può continuare così».

Misure entro sette giorni, chiede ancora la leader degli industriali. Ma sono ancora più stretti i tempi concessi al Governo. Il tempo scade mercoledì, quando si riunirà ancora il tavolo sullo sviluppo al ministero dell’Economia. Sarà «l’ultima prova d’appello» – è il clima in via dell’Astronomia – prima di alzarsi dai tavoli di confronto, e chiudere un dialogo improduttivo. «Non saremo più disponibili, scindiamo le nostre responsabilita», ha avvertito ieri la presidente degli industriali preannunciando un «manifesto delle imprese per salvare l’Italia», cinque proposte per lo sviluppo.

Una piattaforma che riassume le priorità del lunghissimo pressing per le riforme, dal fisco alle pensioni, a infrastrutture, liberalizzazioni, privatizzazioni. Una base per rilanciare l’alleanza tra parti sociali, un «fronte comune» anche se con «ricette diverse», come ha sottolineato la leader della Cgil Susanna Camusso che ribadisce il no ad «una riforma delle pensioni per fare cassa» (ma per una che, oltre a “far cassa” sia anche “strutturale e riequilibratice” il varco viene aperto, anzi, spalancato); e non vede più spazi di confronto: «Con questo Governo non c’è nessun terreno se non quello di chiedergli che se ne vada».

Tema che accende il dibattito politico. Dal Pdl il segretario Angelino Alfano respinge le critiche: «i provvedimenti adottati dal governo contro la crisi quantitativamente e qualitativamente sono senza precedenti, si tratta dei più grandi interventi che la storia italiana abbia mai conosciuto»; e garantisce: «Non faremo orecchie sorde se dalle parti sociali arriveranno dei consigli, siamo per un’alleanza sociale». Da Confindustria arriva «uno stimolo positivo», dice il sottosegretario allo Sviluppo, Stefano Saglia. Mentre il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ricorda i provvedimenti del Governo «anche su sollecitazione di Confindustrià, e garantisce »attenzione« alle proposte degli industriali ‘se »su una posizione equilibrata e non su una linea d’attacco al Governo che – dice – francamente ci sembra molto sopra le righe«.

Su un fronte diverso il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, che dà forza all’allarme degli industriali: la priorità è l’economia ma il governo »è completamente assente«, le parti sociali »svolgono un ruolo di supplenza«, serve »un patto serio per la crescita, come propone la presidente Marcegaglia, prima che l’Italia affondi«, dice. Mentre il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, avverte: »Le imprese hanno preso una strada di grande allarme che noi condividiamo: non si può continuare così. Il senso della emergenza sembra assolutamente evidente a tutti«.

Intanto Emma Marcegaglia insiste: »Per tener in piedi il governo attuale non si stanno facendo le cose che si dovrebbero fare. Non si rendono conto che questa volta non si tratta di accontentare una parte dell’elettorato o della coalizione di governo. Si tratta di salvare il paese«, ma bisogna »fare in fretta, molto in fretta«.

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