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Iva al 10%, aumenta di 1 punto?

Dove eravamo rimasti a proposito di Iva? Ah sì, all’aumento di un punto percentuale dell’aliquota del 20 per cento, passata al 21 da qualche settimana per espressa volontà di Silvio Berlusconi. Alka Seltzer aveva anticipato che l’occasione era ghiotta per i furbetti e che i prezzi dei prodotti coinvolti in questa categoria (cd, elettrodomestici, calzature, prodotti per la casa…) sarebbero scattati in avanti di qualcosa di più di un punto percentuale. Le associazioni dei consumatori lo hanno confermato subito. L’Istat lo farà alla prossima rilevazione ufficiale.

L’effetto combinato dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto, unito alla crescita fisiologica dei prezzi legata all’aumento delle materie prime e alla speculazione di chi approfitta del ritocco Iva per fare cassa, si tradurrà in un’ulteriore riduzione dello scarso potere d’acquisto delle famiglie italiane.
Ora, però c’è una novita: non è mica finita qui! E no, proprio no: Silvio Berlusconi deve fare cassa e prepara un nuovo ritocco all’Iva, questa volta di uno o due punti percentuali sull’aliquota del 10 per cento. Quella, per intenderci, in cui rientrano tante cose di base che compriamo tutti i giorni al supermercato sotto casa. Non sappiamo, al momento, se l’intervento – che avrà effetti ancora più pesanti del precedente sui bilanci delle famiglie e sulla contrazione dei consumi – sarà contenuto in un decreto legge o nell’annunciata riforma fiscale cui lavora Giulio Tremonti. E’ certa, invece, l’irritazione di tanti inserzionisti delle reti televisive care al presidente. «Ma come?», diceva l’altra sera un amministratore delegato, «mi dicono di fare pubblicità per vendere di più e Silvio tassa i miei prodotti in piena crisi dei consumi ?».

da “Il manifesto” del 9 ottobre 2011

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