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Per la Bce l’inflazione è fuori controllo. A marzo potrebbe finire la pacchia del QE

Le Borse europee ma anche Wall Street sono in rialzo dopo che ieri la Bce ha ammesso che l’attuale dinamica dell’inflazione della zona euro è, e nel breve termine resterà, fuori controllo.  Eppure proprio il 21 gennaio scorso la stessa Lagarde aveva affermato che “la Bce non vede nell’Eurozona una dinamica dell’inflazione che la porti verso una spirare fuori controllo”. Insomma anche a Francoforte, nonostante i curriculum, non sembra che abbiano una valutazione precisa di quanto stia accadendo.

Secondo la Reuters nella riunione della Bce di ieri non pochi governatori delle banche centrali europee sarebbero stati favorevoli ad avviare sin da subito lo stop degli acquisti di titoli di stato nell’ambito del Quantitative Easing.

Per ora emerge solo che l’appuntamento con la “fine della pacchia” del QE sembra soltanto rimandato a marzo, quando la Bce farà il punto anche sulle condizioni estremamente vantaggiose con cui ha offerto liquidità al sistema bancario. La Presidente della Bce, Christine Lagarde si è anche dovuta rimangiare quanto aveva affermato a dicembre, secondo cui un aumento dei tassi di interesse sarebbe molto improbabile quest’anno e non ha escluso un rialzo nel 2022.

Secondo il Sole 24 Ore la riunione della Banca Centrale Europea ripercorre quasi parola per parola il precedente di dicembre, “ma vi cancella tre parole: la Bce resta pronta ad adattare tutti i suoi strumenti di politica monetaria, ma l’inciso “in ogni direzione”, non compare più”.

Per il quotidiano economico Christine Lagarde ha provato a dare fondo a “tutta la sua abilità retorica per nascondere le future possibili mosse della Bce da lei presieduta e per rinviare ogni possibile decisione o impegno a marzo, quando di fronte avrà previsioni aggiornate e soprattutto indicazioni più puntuali sulla natura di quell’inflazione che ora spaventa anche l’Europa”.

Le nuove varianti di Covid, le persistenti interruzioni delle catene di approvvigionamento nelle fiiere produttive internazionali, gli alti prezzi dell’energia e le questioni geopolitiche implicano sia un freno alla crescita sia una spinta ai prezzi nel breve termine.

Ma, secondo Milano Finanza, soprattutto sarà la dinamica salariale a diventare cruciale. La crescita dei salari è stata finora estremamente bassa. “La Bce, tuttavia, potrebbe voler prendersi qualche assicurazione contro il rischio di una spirale prezzi-salari” agendo, ovviamente, contro un eventuale aumento dei salari.

Nel frattempo lo spread Btp/Bund è già salito a quota 152,1 punti dai 140 di ieri.

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1 Commento


  • walter Gaggero

    Sempre la colpa ad un evento interclassista?
    il Covid?
    la ingordigia europea ha i mesi contati, la Cina ha finito di essere una mucca da mungere e ora chi ci da quello che non produciamo più?
    ad es vedi crisi dei componenti elettronici per le auto.
    Io fui il primo a Genova a insegnare e a fare circuiti stampati anche doppia faccia a scuola, con fotoincisione, laboratori poi smantellati e cacciati via(Spreco immane)oggi non vi è più una fabbrica che li fa in Italia, ma nessuno gli fregava nulla, pure la sinistra e chi a parole vorrebbe una non sudditanza economica cronica.

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