Mentre ieri Roma veniva messa a ferro e fuoco, Bologna, per lo più svuotata del suo movimento antagonista, ospitava impunemente il presidio di Forza Nuova, nel suo centro storico, in Piazza Porta Ravegnana, quasi nel cuore della zona universitaria. La “rossa Bologna”, di cui ormai non resta che una mostra e una lapide dedicata alla storia del PCI, ormai non distingue più tra il rosso e il nero, ed è incapace di respingere qualsiasi avanzata da destra, nemmeno delle sue frange più reazionarie.
Tanta è stata l’ansia organizzativa dei giorni scorsi in città, nel prenotare i pulman per scendere alla manifestazione nazionale a Roma, e nel discutere i “dettagli tecnici” che nessun centro sociale o organizzazione politica o movimento si era accorto del programma di Forza Nuova per lo stesso sabato. Quasi come una beffa nei confronti degli indignados e del movimento universitario bolognese in trasferta, che da sempre “regnano” nel centro di Bologna, alcuni militanti della destra reazionaria hanno organizzato un presidio in piazza porta Ravegnana, nella tranquillità di un qualunque sabato bolognese di shopping . “Noi indignati da sempre” rivendica lo striscione di FN esposto in tono provocatorio accanto ad un altro che recitava “BCE: Draghi e vampiri”. Nei volantini che distribuiva ai passanti, Forza Nuova chiede «l’emissione di moneta da parte dello stato», di abbattere «una classe politica corrotta e mafiosa» e una «lotta dura contro racket e usura», a provocazione degli oltre 1500 militanti e attivisti scesi ieri a Roma. A scortare il presidio, alcuni poliziotti, perché da sempre i presidi di FN a Bologna vengono duramente contestati, ma questa volta senza motivo alcuno, visto che a ridicolizzare il presidio di FN non c’era nessuno dei “rimasti a Bologna”.
E così la destra reazionaria, guadagna spazio approfittando dell’assenza di una buona parte del movimento antifascista, distribuendo volantini ai passanti ed esponendo striscioni che richiamano alle stesse motivazioni della manifestazione di Roma. “Dopo il 15 c’è il 16”, e oggi a Bologna, si deve fare i conti con una destra populista e reazionaria che radicalizza le sue posizioni e che non starà certo a guardare senza tentare di cavalcare l’ondata di indignazione generale che sta crescendo nel paese.
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