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Strage di Viareggio. I familiari accusano le Ferrovie: «Corresponsabili»

Riccardo Chiari

Viareggio
Viareggio

Hanno denunciato la nuova contestazione disciplinare al ferroviere-consulente Riccardo Antonini che ha continuato a seguire, in loro difesa, l’incidente probatorio sulla strage di Viareggio. Inoltre, alla vigilia del deposito della perizia dei professori Vangi e Licciardello incaricati dal Tribunale di Lucca, di fronte al montare delle indiscrezioni «innocentiste» almeno per quanto riguarda il gruppo Fs, hanno voluto organizzare una conferenza stampa. Per dire che loro, i familiari delle vittime, si sono fatti un’idea precisa sulla rottura della sala montata, sulle verniciature dell’assile e sulla foratura della cisterna. Insomma sulle concause del disastro ferroviario che il 29 giugno 2009 uccise 32 persone e ne segnò indelebilmente decine e decine. Un giudizio che collima con l’analitica relazione di oltre 450 pagine depositata nei giorni scorsi dall’ingegner Paolo Toni, consulente tecnico della procura lucchese. Una relazione che conferma in toto l’ipotesi accusatoria del procuratore Aldo Cicala e dei sostituti Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino: tutte le società coinvolte nel disastro, dalla multinazionale Gatx proprietaria dei vagoni merci alla Jungenthal che avrebbe dovuto controllarne lo stato, fino al gruppo Fs sulle cui rotaie avvenne il deragliamento, sono da ritenersi corresponsabili di quanto accadde quella terribile, interminabile notte di fuoco e di morte.
La conferenza stampa dei familiari delle vittime, riuniti nell’associazione «Il mondo che vorrei» e guidati da Daniela Rombi, si è svolta in palazzo Comunale a Viareggio. Appuntamento istituzionale quindi, con il sindaco Luca Lunardini e il presidente provinciale Stefano Baccelli. Dal quale sono arrivate parole chiare: «Secondo la Provincia di Lucca, che è parte civile al processo, la relazione dell’ingegner Toni è coerente con quanto rilevato dal nostro consulente Fabrizio Derrico. Inoltre è impeccabile sia dal punto di vista metodologico che per i criteri scientifici adottati. Offre tutte le risposte alle nostre domande sui perché dei disastro. Comprovando la corrosione dell’assile del carro cisterna deragliato, la sua mancata manutenzione, e la determinante presenza del picchetto di regolazione delle curve che, sia per Toni che per Derrico, ha provocato lo squarcio nella cisterna carica di gas propano liquido».
da “il manifesto” del 20 ottobre 2011

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