La crisi è grave per l’86% degli italiani. Una famiglia su 3 è in rosso; solo il 35% riesce a risparmiare; e solo il 5% migliora il proprio reddito. In sintesi il 2011 è peggio del 2001. Lo rileva un’indagine dell’Acri (l’associazione delle casse di risparmio). Dallo studio realizzato per la Giornata Mondiale del Risparmio risulta che se da un lato aumentano coloro che si sentono sereni solo se risparmiano (il 44% contro il 41% del 2010), ad essere riusciti effettivamente a risparmiare qualcosa è solo il 35% nel 2011 contro il 36% del 2010. Al Sud sono al 25%, 5 punti in meno rispetto allo scorso anno, mentre le famiglie in saldo negativo di risparmio e che per “tirare avanti” hanno dovuto mettere mano ai risparmi passati o ricorrere a prestiti sono il 40% contro un dato nazionale del 29%. I timori sul reddito dopo la pensione salgono a livelli record, dal 38% all’80%. Per gli Italiani risparmiare è quindi fondamentale soprattutto per la sicurezza economica dopo la pensione (47%) e per la possibilità di programmare il proprio futuro (44%). In termini di impieghi del risparmio, nel 2011 aumenta dal 21% al 24%, la percentuale di italiani che preferiscono investire una piccola parte dei propri risparmi a discapito di chi li tiene a casa o sul conto corrente (scendono dal 68% al 64%). La causa potrebbe essere individuata nell’aumento dei rendimenti dei titoli di stato e delle obbligazioni, ma anche nella ripresa dell’inflazione.
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