“Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, mentre decidono di stanziare i primi 108 miliardi di euro per ricapitalizzare quelle stesse banche che hanno prodotto la crisi, ridono di Berlusconi e umiliano l’Italia in una giornata, quella di ieri 23 ottobre, che sarà ricordata come un’altra tappa della fine della sovranità del popolo italiano, sacrificato sull’altare dell’Europa delle banche e della finanza” afferma l’Usb in una nota diffusa oggi.
Tutto ciò ha ben poco a che vedere con la credibilità politica e personale di Berlusconi, ormai prossima allo zero, che ha aggravato una situazione le cui responsabilità non sono però esclusivamente di questo governo e di questa maggioranza.
Di fronte all’acuirsi della crisi e all’attacco indiscriminato allo stato sociale, alle condizioni dei lavoratori, ai loro salari, ai diritti ed ai livelli occupazionali, alle pensioni ed al patrimonio dello stato depauperato attraverso privatizzazioni e liberalizzazioni, la finanza internazionale, per bocca di Nicolas Sarkozy e di Angela Merkel, indica perentoriamente per l’Italia la stessa ricetta che ha portato la Grecia alla bancarotta.
Nessuno si cura dei paradossi di questo paese, del fatto che il 10% degli italiani possiede un patrimonio pari ad oltre tre volte l’intero deficit statale, che in piena crisi i milionari in Italia sono 180.000 e nel 2009 sono aumentati del 10% rispetto all’anno precedente e che l’evasione fiscale si è fatta sistema economico e di consenso politico.
L’Unione Sindacale di Base è convinta che il governo Berlusconi abbia aggravato gli effetti della crisi in Italia e per questo se ne debba andare, ma soprattutto che i mercati mondiali e la grande speculazione abbiano ormai preso di mira l’Italia, come prima è accaduto alla Grecia, per perpetuare la ricerca continua e famelica di profitti.
Per fare questo si continuano a colpire i cittadini, i lavoratori, i precari, i disoccupati ed i pensionati con misure sempre più pesanti che stanno rendendo la vita sempre più inaccettabile per milioni di persone e che non avranno alcun effetto economico positivo se non quello – voluto – di far aumentare gli interessi sul debito italiano ed ingrossare così i profitti dei grandi gruppi economici e finanziari.
Dopo lo sciopero del 6 settembre e la manifestazione del 15 ottobre USB continua le mobilitazioni contro il pagamento del debito e per non far ricadere ulteriormente la crisi sulle fasce della popolazione che già subiscono pesantemente questa situazione: il tempo di altre azioni di lotta sindacale è ormai arrivato.
“Cari Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, ridete pure di Berlusconi e fate di lui ciò che volete, ma noi non vogliamo continuare a far ridere i vostri banchieri” conclude categorica l’Usb.
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