Il tormentone dell'”equità” è appena iniziato, marichia di fare più danni della bomba atomica. In pratica, sarà sufficiente che Monti tolga un euro a qualche milionario perché si possa dire e scrivere che “c’è equità”, e dunque procedere a tagliare quel poco di welfare e salario e diritti che è rimasto in piedi.
Esemplare, da questo punto di vista, l’allucinante ragionamento proposto stamattina a Torino da Vincenzo Scudiere, membro della segreteria nazionale della Cgil con delega all’industria:
«Il presidente del Consiglio è esposto a molte pressioni, ma deve sapere che ha il nostro appoggio se sceglie prima l’equità. Altrimenti la prima pressione la subirà da noi». È un messaggio chiaro quello che manda al nuovo esecutivo il segretario nazionale della Cgil Vincenzo Scudiere. «La nostra organizzazione – ha spiegato Scudiere – vuole assumersi le sue responsabilità, ma solo se si parte dall’equità facendo pagare tasse e contributi a quelle persone che rappresentano il 10% della popolazione e hanno il 50% della ricchezza. Per fare pagare quelle persone non c’è bisogno di reintrodurre l’Ici. Se non si fa prima la patrimoniale e non si tassano le grandi ricchezze, non si recuperano le risorse. Se non si fa questo si parte con il piede sbagliato».
Scudiere ha anche fatto riferimento a due questioni centrali, quella delle pensioni e dei licenziamenti: «Chi ha 40 anni di contributi – ha detto – deve potere continuare ad andare in pensione. Quanto all’occupazione giovanile non si può dire che le aziende non assumono perchè non cambia l’articolo 18. È solo propaganda, un imbroglio. Finora non ci è chiaro quello che il governo ha intenzione di fare, aspettiamo».
Non sia mai detto che ci si mobiliti per quello che Monti ha già promesso…
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