Fare una manovra “lacrime e sangue” in piena recessione è un’idiozia criminale anche secondo numerosi pensatori del “capitalismo ideale”. Ma è proprio quello che stanno facendo in tutta Europa da un anno e mezzo. In Italia siamo arrivati alla quarta “manovra correttiva” di questo tipo in undici mesi. L’effetto è certo e si chiama deflazione. Ossia aggravamento della crisi e avvitamento nella spirale depressione-licenziameni-calo dei prezzi,minori investimenti-recessione più grave. E via di seguito.
I dati di stamattina confermano che la produzione industriale sta crollando sotto i colpi della crisi globale, aggravata dalle politiche europee ed ora anche dalle manovre “nazionali”
A ottobre scorso l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce dello 0,9% rispetto a settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre l’indice scende dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, in ottobre l’indice diminuisce in termini tendenziali del 4,2% (i giorni lavorativi sono stati 21, come ad ottobre 2010). Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione cresce dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo comunica l’Istat.
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a ottobre 2011, un calo tendenziale per tutti i comparti. Diminuiscono in modo piu’ accentuato i beni di consumo e l’energia (entrambi -5,3%) e, in misura piu’ contenuta, i raggruppamenti dei beni intermedi (-3,8%) e dei beni strumentali (-3%).
Nel confronto tendenziale, i settori dell’industria caratterizzati dalla crescita piu’ accentuata sono: l’attivita’ estrattiva (+13,3%) e la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,6%). I settori che in ottobre registrano le diminuzioni tendenziali piu’ ampie sono: fabbricazione di prodotti chimici (-12,4%), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,0%) e industria del legno, della carta e stampa (-7,5%).
A ottobre l’indice destagionalizzato registra un incremento congiunturale per i soli beni di consumo (+0,3%), mentre segna una significativa diminuzione per il comparto dell’energia (-6,3%). Diminuiscono, in misura minore, i beni strumentali (-1,5%) e i beni intermedi (-0,2%).
In termini tendenziali, l’indice corretto per gli effetti di calendario segna variazioni negative per tutti i comparti.
Diminuiscono in modo piu’ accentuato il raggruppamento dei beni di consumo e l’energia (entrambi -5,3%).
Variazioni negative si registrano anche per i beni intermedi (-3,8%) e per i beni strumentali (-3%).
I maggiori contributi alla variazione tendenziale dell’indice generale (calcolati sui dati grezzi) provengono dai beni intermedi (-1,3 punti percentuali) e dai beni di consumo non durevoli (-1,2 punti percentuali).
L’indice corretto per gli effetti di calendario segna, rispetto a ottobre 2010, aumenti nei settori dell’attivita’ estrattiva (+13,3%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,6%) e della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a (+0,5%). Le diminuzioni maggiori riguardano la fabbricazione di prodotti chimici (-12,4%), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,0%) e l’industria del legno, della carta e stampa (-7,5%).
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