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I lavoratori licenziati dalle FS occupano la Stazione Tiburtina

Qualche giorno fa un folto gruppo di lavoratori della Wagon Lits che dal prossimo 11 dicembre si ritroveranno senza lavoro avevano occupato la Stazione di Porta Nuova a Torino e anche i binari, causando la cancellazione di alcuni treni. Ora che al licenziamento mancano solo 4 giorni senza che le trattative tra sindacati, Trenitalia e governo abbiano portato ad un serio piano occupazionale – per ora è, forse, garantito che siano riassorbiti in 230 su 800 – i lavoratori che da giorni occupano l’ultimo piano di un palazzo di proprietà delle FS in Via Prenestina hanno deciso di farsi sentire. 
Hanno quindi sfilato in corteo per le vie di Roma, rallentando il traffico in alcune zone già intasate per lo shopping prefestivo, e un centinaio di loro sono arrivati alla Stazione Tiburtina. Dallo scalo romano erano stati tenuti fuori, nel giorno della finta inaugurazione alla presenza del Presidente della Repubblica Napolitano e dell’ad di Trenitalia Mauro Moretti, da un ingente e sproporzionato dispositivo di Polizia. Ma oggi sono riusciti ad entrare nella stazione senza grandi problemi, e si sono sparpagliati sulle banchine piene di viaggiatori, armati di megafoni e fischietti, per richiamare l’attenzione sul fatto che da domenica centinaia di famiglie in tutta Italia si troveranno senza lavoro. “In Italia esistono solo due aziende nel settore in cui siamo stati finora impiegati, le FS e la NTV – ci spiega al telefono Francesco, uno dei dipendenti della Wasteels International – e quindi quale possibilità abbiamo di poter continuare ad avere un’occupazione nel settore dopo l’11 dicembre se le istituzioni politiche non spingono su Moretti affinchè si trovi una soluzione?”. I piani di ristrutturazione del traffico ferroviario decisi da Moretti non avranno ripercussioni solo sui lavoratori: nelle prossime settimane le FS cancelleranno una trentina di convogli – Intercity ed Eurostar – su tratte notturne oppure ritenute poco o per niente redditizie, obbligando quindi i viaggiatori e i pendolari a spendere di più per lo stesso tragitto da effettuare su treni di categoria superiore. In certi casi, denunciano le associazioni e i sindacati, alcuni tragitti verranno semplicemente aboliti, senza il varo di convogli sostitutivi.

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