La pioggia e il calo brusco delle temperature non hanno scoraggiato gli ex dipendenti dei treni notturni che, ormai dallo scorso 8 dicembre stanno protestando all’interno della stazione Centrale di Milano, contro il drastico taglio da parte di Trenitalia dei collegamenti notturni, a causa dei quali più di 800 lavoratori e lavoratrici sono stati licenziati in tutta Italia.
Tre degli ex lavoratori degli appalti ferroviari hanno trascorso la sesta notte all’addiaccio, su una torre-faro alta 50 metri, all’esterno della tettoia che copre i convogli della stazione, dove sono invece accampati altri cinquanta loro colleghi. «Eravamo qui con quattro tende, ora abbiamo portato un altro gazebo, vogliamo allargare, non smantellare il nostro villaggio» spiega alla stampa un sindacalista ribadendo che i lavoratori «resisteranno a oltranza, fino alla risoluzione del problema, che non è solo la perdita del lavoro per 800 persone, ma soprattutto il fatto che ora l’Italia è spaccata in due per la mancanza di collegamenti notturni: a Moretti, evidentemente, l’alta velocità – scherza amaro il sindacalista – piace più della maratona». Il presidio al binario 21 della stazione Centrale, intanto, sta diventando sempre più animato: ieri sono passati a salutare i lavoratori alcuni pendolari, oggi invece sono arrivati oltre un centinaio di studenti.
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