«Un milione di dipendenti pubblici in meno e avremmo gli stessi servizi risparmiando decine di miliardi. In più, ridaremmo dignità ai burocrati». Lo afferma, in un’intervista a QN, l’economista e presidente dell’agenzia per il Terzo Settore, Stefano Zamagni che sottolinea come «in cinque anni all’Agenzia, ho dimezzato il personale e raddoppiato la produttività». «La legge di Parkinson recita: i burocrati sono come i conigli, si riproducono all’infinito – aggiunge Zamagni – La ragione? Il suo potere, come quello di un generale, dipende da quanti uomini comanda. In Italia, poi, c’è l’aggravante della disoccupazione al Sud che incoraggia i politici ad assecondare l’espansionismo della burocrazia». Il governo, secondo l’economista, per invertire la rotta deve varare «un consistente pacchetto di decertificazioni soprattutto per le imprese – precisa – . Da 90 documenti a uno solo che contenga tutto ciò che la pubblica amministrazione deve sapere. Tolto il lavoro ai burocrati, basterà bloccare il turn over per qualche anno e il gioco sarà fatto» e poi «bisogna accelerare la transizione verso il federalismo fiscale e responsabilizzare gli enti».
I lettori dovrebbero essere informati su un piccolo particolare: Zamagni, da “terzosettorialista”, incita al amssacro dei lavoratori pubblici perché spera che così aumenti la richiesta di “sussidiarietà” verso il “terzo settore” (detto anche “privato sociale”). Interesse privato in consigli di politica economica, dunque.
Ma c’è anche da considerare come la sua sia una pura scemenza: il taglio della spesa pubblica che stanno determinando con le politiche deflazionistiche in atto – l’esempio greco dovrebbe essere illuminante – è tale da non lasciare nessuno spazio a ipotesi di “sostituzione” delle funzioni pubbliche con surrogati privati a basso costo (il “terzo settore” cattolico, che ha in Zamagni un maitre a penser si caratterizza per i salari estremamente bassi e soprattutto per il massiccio impiego di “volontari”). Avremmo dunque un taglio e basta. E anche i dipendenti sottopagati di Zamagni sarebbero costretti ad aprire – finalmente – qualche vertenza seria con questi “manager per conto di dio”.
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