Da ieri mattina tre lavoratori della Argol (la società che dal 1994 si occupa per conto della compagnia aerea Alitalia della movimentazione dei componenti aeronautici e della logistica), hanno passato la notte all’addiaccio arrampicati ad un’altezza di circa 30 metri, su una scala antincendio a ridosso di un hangar «Avio-6» adibito alla verniciatura degli aerei di Alitalia. Al centro della loro protesta i licenziamenti, essendo in scadenza, alla fine del mese, il contratto di lavoro con Alitalia, che non sarà rinnovato. Cappelli di lana in testa, barba incolta e volti provati per il freddo, i lavoratori, controllati a vista da una pattuglia della Polizia, non sembrano intenzionati a scendere dalla scala e interrompere la singolare forma di protesta. «Questa mattina è in programma un incontro in Regione con l’Assessore al lavoro, i sindacati e una delegazioni di dipendenti della Argol – spiega un lavoratore della Argol – attendiamo l’esito e poi decideremo il da farsi. Quello che chiediamo non è la cassa integrazione, ma poter continuare a lavorare.». A rischiare concretamente il posto di lavoro sono 76 lavoratori con un’età media di circa 45 anni, quindi difficilmente ricollocabili.
Sulla vicenda dei lavoratori della Argol il 23 gennaio prossimo si terrà un incontro alla Regione Lazio, almeno così ha detto questa mattina l’assessore regionale al Lavoro Mariella Zezza, rispondendo nel corso del Consiglio regionale a un’interrogazione. Proprio mentre era in corso l’assemblea regionale un gruppo di lavoratori della Argol ha manifestato davanti alla sede della Regione Lazio alla Pisana.
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