Quarto (NAPOLI), diecimila no contro la discarica
Marcia contro l’apertura del sito di Castagnaro: “Sarà un disastro ambientale”. I manifestanti chiedono le dimissioni del commissario Vardè e dei vertici della Sapna
La protesta a Quarto
QUARTO(NAPOLI):
Fa freddo, ma il popolo flegreo che marcia per opporsi al tentativo di aprire una nuova discarica al “Castagnaro”, e per difendere il diritto a proteggere l’ultimo polmone di verde, sembra non accorgersene. Quando la marcia è partita erano poco più di duemila, in fondo alla Montagna Spaccata si sono quintuplicati. «Sì, può scriverlo», dice Armando Longobardi del comitato del no alla discarica, «ora siamo diecimila». È impossibile contarli, ma sono davvero tanti. De Magistris e Alex Zanotelli sono con loro e questo li carica al punto da chiedere le dimissioni del commissario alle discariche Vardè e del vertice della Sapna che si sono limitati a scegliere i siti per altre sei discariche. Reiterando, sostengono, un delitto ambientale.
I partecipanti alla marcia chiedono più raccolta differenziata e si ispirano al modello San Francisco dove non esistono termovalorizzatori. Il tempo per bloccare il progetto, reso possibile da un vistoso errore del governo Monti che ha spropositatamente aumentato i poteri del commissariato alle discariche, però, è davvero poco. E le notizie sono sconfortanti: le più pessimistiche fissano a giugno l’inizio dei lavori per la realizzazione della discarica in una cava in disuso da venti anni. Il pericolo è che si chiuda una specie di mostruoso triangolo: Pianura, infatti, confina con il sito del “Castagnaro” e Marano è poco più distante.
«È un disastro, ma lo
respingeremo», dice l’avvocato Luigi Rossi, rappresentante del comitato di lotta. Inizia così una nuova prova di forza e i comitati non hanno dubbi: si vincerà anche qui a Quarto, come a Pianura e in contrada Spinelli. Dire no alla ennesima discarica che avvelenerà definitivamente un territorio già devastato e al piano regionale è, come abbiamo detto, «un dovere civico» e, per fortuna, le parole del sindaco de Magistris, tratte da Facebook, hanno scaldato gli animi perché sono di sostegno forte alla lotta dei cittadini: «Napoli e tutti quei territori che sono stati già massacrati dalle megadiscariche, in molti casi abusive, come a Pianura e a Chiaiano, non possono subire un altro danno alla salute e all’ambiente». Molto meno partecipato, al contrario, il contributo del presidente della Provincia, Cesaro, che si è limitato a dire «io non c’entro, prendetevela con il commissario Vardè».
La lunga marcia inizia alle 15,45 dalla villa comunale. Nel lungo serpentone ognuna delle 300 famiglie del comprensorio ha un rappresentante sceso in strada per far sentire la propria voce. «Vogliono impedirci di respirare», dice una signora, ma un giovane tenta di tranquillizzarla: «Non glielo consentiremo». Sono tante le presenze significative insieme al sindaco di Quarto Michele Giarrusso e a tutto il consiglio comunale che sostengono la lotta. In prima fila i sacerdoti di Quarto e Pozzuoli autorizzati dal vescovo Pascarella, il sostituto procuratore generale Aldo Policastro che da sempre condivide le battaglie per la legalità e per l’ambiente e che qui è anche nella veste di cittadino «toccato» dalla minaccia, Emilio Lupo di Psichiatria democratica, i rappresentanti del sindacato e di Legambiente, l’ex sindaco Sauro Secone, Carlo Mura consigliere provinciale di Sel, Rosario Zanni, segretario di Rifondazione comunista, Pino Scotto, Francesco Borrelli dei Verdi che chiede di destinare i soldi della discarica alla riossigenazione dei laghi flegrei, un patrimonio che il mondo ci invidia e che sta andando in malora.
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