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Milano: chiesti due anni per azienda-spia

MICROSPIA a Palazzo MARINO: Il PM CIVARDI chiede 20 mesi di carcere per Angela Di Marzo.

Nel tardo pomeriggio di giovedì 1° marzo 2012, presso la IV sezione penale del Tribunale di Milano, giudice dott.ssa Orsola De Cristofaro, si è tenuta la sesta udienza del processo contro Angela Di Marzo, responsabile fino a una settimana fa di Innova Service, la società di servizi che l’11 febbraio 2011 ha licenziato all’Alfa Romeo di Arese 70 operai, Lorenzo Fabbrizzi, capo del personale di Innova Service e Giuseppe Angelo Di Marzo, fratello di Angela e anch’esso fino a una settimana fa capo del personale all’Alfa Romeo di Arese con un’altra società della sorella, con la quale dal 2007 ad oggi ha gestito la guardianìa alla portineria Est della stessa Alfa Romeo.

Fabbrizzi , la Di Marzo e il fratello, chiamati nel settembre 2009 dal comune di Milano a verificare la presenza di cimici in alcuni uffici, sono accusati di aver invece installato una microspia nell’ufficio di Giuseppe Sala, ex direttore generale di Palazzo Marino e oggi amministratore delegato di Expo 2015.

Il pubblico ministero dott. Stefano Civardi ha chiesto la condanna di Angela Di Marzo a 20 mesi di carcere. Analoga richiesta di condanna a 20 mesi di carcere anche per Giuseppe Angelo Di Marzo e per Lorenzo Fabbrizzi. L’avvocato di parte civile, il comune di Milano, ha concordato con la richiesta del PM. Il 5 aprile parleranno gli avvocati degli imputati. Nelle scorse udienze sono stati ascoltati il capo dell’EXPO, SALA, il comandante dei vigili di Milano, MASTRANGELO, l’ex segretario generale del comune di Milano MELE, l’ex vice capo dei Ros DONNARUMMA, la Di Marzo, ispettori della Digos, marescialli, periti, ecc..

Nell’ultima udienza è stato interrogato anche il colonnello SERGIO PASCALI, comandante provinciale dei carabinieri di Milano dal 1° ottobre 1997 al 1° ottobre 2011. Pascali ha detto tra l’altro che Angela Di Marzo, con una sua società, lavora presso il Rapid Deployable Corps della NATO di Solbiate Olona, nei pressi di Busto Arsizio (VA). In questa base NATO vi sono più di 2000 militari e civili. “Viene utilizzato come comando sempre disponibile per interventi multinazionali in aree di crisi”.

La Di Marzo è comparsa all’Alfa Romeo di Arese, con la società DM, nell’aprile 2007 per gestire la portineria est. Dopo pochi giorni un paramilitare con gravi precedenti penali, guardiano della DM, mandava all’ospedale due delegati dello Slai Cobas. Nel gennaio 2009 la Di Marzo, con un’altra società, Innova Service, ha assunto i 70 lavoratori ex Alfa Romeo che lavoravano per ABP (AIG_Lincoln-FIAT) nella società di servizi RINA. Subito la Di Marzo cercò di sbarazzarsi in ogni modo dei lavoratori (CIGO, poi cassata dall’ispettorato Inps; licenziamento dei delegati RSU Slai Cobas, centinaia di provvedimenti disciplinari immotivati, ecc) fino ad arrivare ai licenziamenti di tutti i lavoratori l’11 febbraio 2011.

Pochi giorni fa la Di Marzo – vista la piega che stava prendendo il processo per la microspia- è stata allontanata senza tanti complimenti dall’Alfa Romeo di Arese. Al processo, come al solito hanno presenziato solo i lavoratori dell’Alfa licenziati dalla Di Marzo. Oggi i lavoratori licenziati sono ancora sulla strada, in presidio da 13 mesi alla tenda davanti alla portineria sud ovest. Ora chi ha mandato la Di Marzo e soci ad Arese per far fuori lo Slai Cobas deve dare lavoro ai licenziati, ai cassintegrati Fiat e ai giovani della zona!

Arese, 3 marzo 2012 Slai Cobas Alfa Romeo

SLAI COBAS Sindacato dei lavoratori autorganizzati intercategoriale

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