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Alcoa: soluzione temporanea

Sono rimasti tutto il giorno a Roma i 350 operai dello stabilimento sardo dell’Alcoa arrivati ieri mattina per manifestare, a difesa del loro posto di lavoro, davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo Economico in via Molise. Numerosi i momenti di tensione che si sono registrati durante la giornata, tra gli operai determinati a non farsi prendere in giro e i Carabinieri in assetto antisommossa che in due casi hanno fatto ricorso alle manganellate per tenere i manifestanti lontani dall’ingresso del dicastero e per impedirgli di bloccare il traffico in Via Veneto. 

Ma la perseveranza dei lavoratori ha in parte pagato: dall’incontro fiume di ieri tra sindacati e governo è emerso in serata che le 500 lettere di mobilità che l’azienda aveva già preparato per inviarle il 5 aprile verranno buttate nel cestino. Dopo dodici ore di trattative al ministero dello Sviluppo economico, infatti, è stato deciso che la fabbrica resterà aperta fino alla fine dell’anno in attesa che qualche altro acquirente si faccia avanti. Finora sono state quattro o cinque le manifestazioni d’interesse da parte di altre aziende. 
Per ora i 1500 lavoratori dell’Alcoa e dell’indotto di Portovesme (Sulcis-Iglesiente) tirano un sospiro di sollievo, anche se la questione non è ancora risolta visto che la multinazionale statunitense continua a insistere sulla necessità di andarsene quanto prima.

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