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Lazio. L’Usb denuncia l’apartheid verso i precari nelle elezioni Rsu

Si doveva discutere ieri, presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Roma, il ricorso  presentato dall’Unione Sindacale di Base contro l’esclusione dei lavoratori precari di Roma capitale alle elezioni  RSU del Pubblico Impiego, tenutesi il marzo scorso. Ma prima che il Comitato dei Garanti potesse riunirsi, Cgil, Cisl e Uil hanno abbandonato  la sede  della DPL, impedendo alla commissione di insediarsi e decidere,  mostrando così il loro completo disinteresse nei confronti del personale precario, il quale si è visto negare il diritto ad eleggere propri rappresentanti sindacali.

“La cosa non ci meraviglia –  dichiara Caterina Fida della USB Pubblico Impiego – pensiamo che sia un triste esempio di come vanno le cose in questa città, governata da classi dirigenti che, con il contributo di sindacati conniventi, hanno fatto della precarietà un sistema strutturale e possono avere controllo e potere solo in un contesto dove i diritti non ci sono più”.

“Molti dei precari che non hanno potuto votare appartengono al settore scolastico educativo – sottolinea la rappresentante USB – negare loro questo diritto fa il paio con la brutta legge regionale sui nidi, approvata lo scorso anno dalla Polverini e, ancora più drammaticamente, con la controriforma del lavoro Monti-Fornero. Senza contare che, nel caso specifico della capitale, anche le ipotizzate assunzioni di tale personale diventano lettera morta”.

“Per questo – conclude Fida – USB riprenderà immediatamente le iniziative di lotta in favore del personale precario, affinché siano riconosciuti i diritti elementari di rappresentanza e la stabilizzazione del rapporto di lavoro”.

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