Una testimonianza dal presidio di Basiano
Di seguito la testimonianza di Claudio, del Centro Sociale Vittoria di Milano, la realtà politica da anni impegnata su questo fronte di lotta. Sono parole pronunciate stanotte, poco dopo la partecipatissima assemblea che stasera si è tenuta a Basiano. Come sentirete, da subito la lotta continuerà con ancora più forza. Noi che siamo lontani proveremo a sostenerla in ogni modo, perché lo sforzo di questi coraggiosi egiziani e pakistani parla anche a noi, parla anche di noi. Vi preghiamo di fare lo stesso: di far girare le info, di portare il vostro corpo lì, se abitate in Lombardia, di esprimere solidarietà e di finanziare la cassa di resistenza dei lavoratori…
La nostra memoria è piena di vertenze finite male: su quante lotte in questi anni si sono accesi i riflettori, anche solo per un attimo, e quante lotte abbiamo visto passare… Ma da quattro anni c’è un’ondata di conflitti che nel silenzio dei media attraversa le cooperative del Nord-Italia, in particolare quelle lombarde. Sono lotte condotte principalmente da lavoratori immigrati, e che hanno una peculiarità unica in queste fase: sono vincenti. Certo, non sempre vincenti. E certo, non molto facilmente. Ma da Origgio a Brembo, passando per Pioltello fino a Basiano, leggiamo la cartografia di una resistenza e di una rinnovata vitalità operaia che andrebbe valorizzata e sostenuta.
Queste lotte hanno investito decine di cooperative della grande distribuzione, hanno attaccato quella circolazione delle merci su cui oggi il capitalismo italiano si valorizza, mostrato lo sfruttamento schiavistico che avviene dentro “casa nostra”, la tracotanza di padroni e padroncini, messo in crisi grandi centri commerciali come Esselunga e Il Gigante. Queste lotte hanno ridato dignità e speranza ai lavoratori immigrati che abitano spesso da decenni nel nostro paese, gli hanno insegnato che nessun ricatto può annichilire il senso di ingiustizia, e per questo sono arrivate a mettere paura a chi comanda.
Ieri mattina a Basiano un’ottantina di operai – che rischiano il licenziamento perché l’azienda viola le stesse leggi di merda che il padronato si è scritto – erano in presidio per impedire che entrassero a lavoro i crumiri assoldati dalla ditta nel tentativo di fiaccare lo sciopero. A scortare questi crumiri polizia e DIGOS, che evidentemente hanno capito– forse più degli stessi compagni, dei partiti di “sinistra” e dei sindacati – la grossa partita che si sta giocando su quei territori. Anche per questo non c’è stata alcuna mediazione: la polizia ha subito caricato, e con estrema violenza. Almeno una ventina di feriti, tre dei quali molti gravi (due con le gambe rotte, uno con un’emorragia interna). Alla fine i crumiri sono entrati, ma gli operai hanno reagito e anche le forze dell’ordine ne sono uscite malconce. Purtroppo durante il pomeriggio, gli sbirri sono andati in tutti i pronto soccorso e gli ospedali della zona, prelevando altri 17 lavoratori che stavano ricevendo cure e arrestandoli. Al Corriere e Repubblica è toccato poi lo sporco lavoro di pulire la scena di quest’ennesimo crimine di Stato, riportando solo la versione di questura e azienda.
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