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In piazza a Roma contro l’IMU e per il conflitto sociale. 

Con l’IMU non poteva che andare così: non poteva non provocare la protesta dei settori popolari la tassa sulla prima casa, la più iniqua possibile, fissa e non progressiva secondo le fasce di reddito. Lunedì 18 giugno, alla scadenza della prima tranche, saranno proprio i redditi più bassi, quelli che già pagano i costi della crisi capitalistica, a non poter far fronte all’ulteriore salasso imposto anche a chi, per i prossimi decenni, dovrà versare alle banche le troppo alte rate dei mutui accesi per acquistare un alloggio.

Le mobilitazioni a Roma, contro l’IMU, la speculazione immobiliare e per l’apertura di un tavolo sull’emergenza abitativa, sono la voce di chi ha capito bene che in questa città, e in questo paese, è in corso un massacro sociale imposto dalle banche e dai gruppi di potere italiani e internazionali, gli stessi che attraverso le rendite finanziarie e le privatizzazioni dei servizi, mettono a profitto i bisogni dei lavoratori, dei giovani precari e disoccupati, dei pensionati.

E’ proprio a partire dai bisogni dei settori sociali e dei lavoratori i cui redditi sono già erosi dalle politiche dell’Unione Europea e della Bce, che occorre il rafforzamento di una conflittualità sociale che sia il segno di tutta la distanza esistente tra l’interesse collettivo e quello dei poteri forti europei, di un governo che non è stato votato da nessuno, di amministrazioni locali, come quella di Alemanno, che stanno vendendo le nostre città e i servizi pubblici per saldare un debito che non è stato contratto da chi oggi lo paga davvero.

La mobilitazione degli inquilini e dei movimenti per il diritto alla casa di lunedì 18 giugno e lo sciopero generale dei sindacati di base e conflittuali di venerdì 22 giugno, sono gli ulteriori importanti passaggi di una conflittualità sociale che abbia l’obiettivo di opporsi agli interessi capitalistici, alle opportunità elettoralistiche e a ogni forma di compatibilità.     

Rete dei Comunisti – Roma

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