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Salto di Quirra. Quattro nuovi indagati per l’uranio impoverito

Torna in primo piano l’inquinamento da uranio impoverito causato dalla esercitazioni militari. Ci sono infatti quattro indagati per la nuova inchiesta sui veleni di Quirra. L’ipotesi di reato formulata dal procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, è di turbativa d’asta mediante collusione: sarebbero stati pilotati degli appalti per truccare l’esito delle analisi.

Come riportano oggi i quotidiani L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna, la Procura di Lanusei, in Ogliastra, ha aperto un nuovo fascicolo per l’inchiesta tris (ci sono già 20 richieste di rinvio a giudizio in Tribunale). Perquisizioni della Polizia sono già state effettuate nel Nord Italia e a Cagliari con annessi sequestri di computer e vari documenti.

Il sospetto è che l’appalto del 2008 commissionato dal Ministero della Difesa all’agenzia Nato Namsa, diviso in cinque lotti per realizzare un monitoraggio ambientale sul poligono di Quirra, e affidato ad altrettante ditte, fosse stato pilotato in modo da affidarlo a società compiacenti per poter così dipingere la situazione del poligono sardo in modo diverso dalla realtà.A voi non sembra curioso che i militari dispongano di soli pubblici per convincere dei privati a garantire “analisi” utili soltanto ai vertici militari su un inquinamento che sta provocando decine di morti tra i soldati di grado inferiore e nella popolazione civile circostanti il poligono?

Il monitoraggio ambientale avviato nell’estate del 2008 era stato finanziato dal Ministero con due milioni e mezzo di euro. Il capitolato suddivideva l’attività in cinque lotti di indagine: una doveva controllare la radioattività aerodispersa, il secondo l’eventuale inquinamento elettromagnetico, il terzo lotto doveva analizzare gli elementi chimici nelle matrici ambientali e biologiche, il quarto doveva approdare in una certificazione ambientale, il quinto doveva realizzare un sistema informativo ambientale.

Ognuno di questi lotti era stato affidato dalla Namsa ad altrettanti ditte. Ed è proprio in questo passaggio che secondo il pm Fiordalisi la procedura sarebbe stata pilotata.

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