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Corteo da Carbonia a Nuraxi Figus

Partita da piazza Roma a Carbonia ha toccato il polo industriale di Portovesme raggiungendo poi la miniera di Nuraxi Figus, la manifestazione promossa questa mattina dal movimento commercianti e artigiani liberi a sostegno della vertenza Sulcis.
In corteo centinaia di persone, tra cui i lavoratori dell’Eurallumina, i pastori del Movimento sardo di Felice Floris e molti cittadini. In piazza anche i delegati di molte aziende in crisi, rappresentanti sindacali e il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, che ha portato la solidarietà e l’appoggio degli amministratori locali.
«Siamo molto preoccupati per il futuro di questo territorio – ha detto uno dei coordinatori del Movimento, Ivan Garau – Giusto quindi promuovere questa manifestazione di liberi cittadini». Secondo Corrado Marongiu, della Rsu di Eurallumina, «la situazione del Sulcis è disastrosa e il governo centrale deve mettere mano alla questione perchè le possibili alternative all’industria oggi presente nel territorio devono essere trovate difendendo l’esistente per evitare di perdere numerosi posti di lavoro e lasciare a terra le famiglie».
«È una lotta che sta diventando sempre più unitaria, di tutti i lavoratori della Sardegna – ha spiegato il leader del Movimento pastori, Felice Floris – Finora di tutte le vertenze aperte non si è riusciti a chiuderne una e questo la dice lunga sulla capacità e sull’interesse della classe politica ad andare contro i grandi gruppi di potere».

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1 Commento


  • Riccardo Sotgia

    In Sardegna, dal tempo dei cahiers de doleances e degli Stamenti non abbiamo imparato nulla, men che meno a riconoscere il nemico in un conflitto. Uniti per cosa, per mendicare aiuto dal governo?! E’ come chiedere a un torturatore di “mettere mano alla situazione” perchè così non si può, eh! Questi sono i momenti in cui più si sente la mancanza dell’ideologizzazione delle masse e della guida comunista. Senza questo purtroppo molti proletari, e questi nello specifico, dimostrano totale assenza di coscienza di classe e coscienza dello scontro e della sua entità, affidandosi a boss locali -per giunta con pesanti responsabilità nella faccenda- come Pili e continuando a sperare in un “aiuto” della “politica”. Facessero qualcosa di buono delle mine che si tengono là in galleria sarebbe meglio, altro che suicidarsi!

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