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Bologna. Gli occupanti della Residenza Irnerio non saranno sgomberati

Nuovo passo avanti nella lotta degli abitanti della Residenza Irnerio a Bologna. Non finiranno sulla strada gli oltre 40 abitanti della struttura che conquistano invece un posto in dormitorio
Dopo una trafila lunghissima che ha visto il comune evitare una richiesta di confronto per tutto l’ultimo anno e mezzo, una situazione abitatativa disperata per gli “ospiti” stranieri (così ha voluto definirli l’amminsitrazione, almeno fino a ieri) che si erano visti affidare un posto letto in stanze comuni da 30 metri quadri per cifre spropositate pagate alla cooperativa che aveva in gestione lo stabile (senza che fossero mai effettuati interventi di manutenzione ordianria o straordinaria), interruzione dei consigli comunali e due settimane di occupazione della Residenza Irnerio, in Via Pallavicini (zona CIE, quando si dice le coincidenze), finalmente il comune è stato obbligato a sbottonarsi.
Se inizialmente si prevedeva lo sgombero in seguito alla situazione di prolungata morosità che aveva visti coinvolti la maggior parte degli abitanti (la crisi non li aveva certamente aiutati a reperire i 200 euro di affito mensile), la lotta dei diretti interessati assieme all’associazione ASIA ha prodotto i primi frutti, ottenendo che a tutti sia garantito un alloggio in uno dei dormitori cittadini. Non è certamente abbastanza, e si è ottenuto l’impegno scritto da parte dell’amministrazione a trovare una soluzione definitiva entro i prossimi 4 mesi. Gli abitanti e l’ASIA non abbassano dunque la guardia, continuando a vedere in un progetto di autogestione di uno degli stabili dell’immenso patrimonio sfitto cittadino la vera soluzione decisiva al problema, ma intanto guadagnano un risultato dal quale sembrava di essere lontanissimi soltanto fino a dieci giorni fa, quando l’assessore Frascaroli diceva che “per equità bisogna sfrattare i morosi e permettere l’accesso a chi può pagare”, e uno battaglia a oltranza sembrava l’unica via possibile. Al loro mercato dei diritti si è risposto con l’eguaglianza dei bisogni da soddisfare, e la lotta ha pagato!
Non finisce dunque qui: si è ottenuto che gli abitanti vengano trasferiti temporaneamene nella stessa struttura tutti assieme (per impedire che si avviasse il solito gioco dei ricatti personali da logoramento), continuando la trattativa su un tavolo aperto solo grazie a percorsi comuni intrapresi nel tempo dagli abitanti di Via Pallavicini tra loro e con gli attivisti dell’ASIA.

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