“Lo scandalo AMA, tra appalti truccati e consorteria sindacale, oggi ci riserva un vero e proprio tariffario che sarebbe stato chiesto dai sindacalisti per ottenere avanzamenti di carriera e aumenti di stipendio”, afferma Francesco Staccioli, di USB Lavoro Privato Lazio.
“Se confermata, questa ennesima puntata appare ancora più grave – prosegue Staccioli – sia perché i lavoratori sarebbero stati costretti a rivolgersi al sindacato per le carriere interne invece che partecipare a dei regolari concorsi, sia perché a fronte del sindacalista che avrebbe incassato i corrispettivi per il ‘servizio’ offerto, ci doveva essere una funzione aziendale che quelle nomine avallava”.
“Tutto questo in un’azienda dove ai lavoratori non si permette di eleggere le Rappresentanze Unitarie dal 2001 – evidenzia Staccioli – e dove gli stessi Rappresentanti dei Lavoratori per la Salute e la Sicurezza invece di essere eletti dalla base, come previsto dalla legge, sono nominati da quegli stessi vertici sindacali”.
Ribadisce il sindacalista USB: “Non si tratta solo di un problema che per tanti anni ha castrato la normale dialettica dei lavoratori, costringendoli all’umiliazione delle clientele, ma è un sintomo di un sistema iniquo, che non funziona e che danneggia l’AMA ed il livello di un servizio pubblico essenziale al cittadino”.
“È giunta l’ora di fare finalmente pulizia – conclude Staccioli – sia attraverso le dimissioni dei vertici aziendali, ancora preoccupati di ammantare tutto questo di ‘normalità’, sia di un sindacato che rappresenta solo se stesso, attraverso l’immediata convocazione delle elezioni della Rappresentanza Unitaria dei Lavoratori”.
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