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Verona. Manifestazione contro Monti

FULL MONTI – Contro il governo che ci lascia in mutande

In occasione dell’odierna visita di Mario Monti al Polo Zanotto dell’università di Verona un coordinamento di realtà e di singole/i cittadine/i hanno deciso di scendere in piazza per dar voce alle tante e diverse ragioni di dissenso rispetto ad una politica, quella del presente governo, che con abito sobrio e voce pacata (rispetto alle chiassose pagliacciate del precedente), in nome del bilancio, del rigore, dell’austerità, dello spread, del debito, della minaccia di default, in nome del neoliberismo, unico e incontestabile feticcio dei nostri tempi … ci sta semplicemente rubando il futuro.
Oltre una settimana fa, i collettivi universitari, i Giovani Indignati, Rivolta il Debito, il Circolo Pink e Rifondazione Comunista avevano dato regolare preavviso presso la questura di Verona delle loro intenzioni: manifestare nei pressi del Polo Zanotto (da cui tra l’altro per l’occasione è stato sfrattato il convegno “Le radici dei diritti”, spostato in Fiera),  esercitando un semplice diritto, la libera espressione del proprio pensiero.
Diritto palesemente violato dal questore che, a meno di 48 ore dalle iniziative, vietava inderogabilmente la piazza a queste realtà, tra le quali, violazione ancor più eclatante, le stesse realtà studentesche che quotidianamente frequentano e vivono l’università, facendone uno spazio di cultura aperto e in relazione dialettica con il resto della città. Ad alcune realtà. Non a tutte.
Nella città del sindaco Tosi (quello che piazza ai vertici delle partecipate cittadine e tiene in grembo alle proprie liste elettorali personaggi di spicco dell’estrema destra scaligera), è stato infatti permesso alle formazioni neofasciste di muoversi con la massima libertà. Mentre un corteo di Casa Pound scorazzava liberamente dal centro città a Lungadige Nicola Pasetto (!!!), Forza nuova sostava nei pressi della Passalacqua a pochi metri dal Polo Zanotto, accanto ai “rivoluzionari” di Veneto Nazione. Intanto i vecchi amici del Veneto Front Skinhead e di Andrea Miglioranzi (attuale presidente Amia) presidiavano ordinatamente Piazza Viviani.
Una impresentabile farsa teatrale, una caricatura della democrazia, in cui a noi veniva concessa un’unica opportunità, quella di elemosinare la “gelida” ospitalità della Cgil nello spazio a lei assegnato, accanto ad Economia e Commercio, a patto che la presenza fosse individuale, incolore e silenziosa.
Nel frattempo, in una Veronetta desertificata dall’istituzione di una grottesca zona rossa, gli unici studenti, gli unici cittadini a cui era stato fatta la grazia di partecipare all’incontro con Monti venivano letteralmente trasportati al Polo Zanotto da pullman scortati dalle volanti della polizia. Non è dato sapere da dove venissero. La stupidità (non ci sono altri termini per definirla) del dispositivo di sicurezza della zona rossa, l’arroganza con cui le garanzie democratiche sono state sospese, l’indifferenza con cui ancora questa città tollera la presenza di neofascisti non potevano essere accettate. Un gruppo di manifestanti, con determinazione ed ironia, ha deciso di violare la zona rossa, avvicinandosi “pericolosamente” all’ingresso della Biblioteca Frinzi per raccontare in maniera creativa e irridente quale futuro i tecnici ci stiano approntando: “che ce frega del futuro.. noi c’abbiamo l’aldilà!!!”-
Terminata la “sovversiva” accoglienza al premier abbiamo concluso la giornata passeggiando attraverso le strade di Veronetta, che qualcuno avrebbe voluto lontana km dalla realtà, rallentando il traffico e bloccando simbolicamente per alcuni minuti l’incrocio di Porta Vescovo per riprenderci un piccolo frammento del diritto alla parola, alla comunicazione, alla critica che qualche ora prima ci era stato negato. Azione efficace, che finalmente ci ha concesso la giusta attenzione delle forze dell’ordine, le quali si sono rapidamente e premurosamente affrettate a raggiungerci per complimentarsi con noi.
Quando il blocco nell’incrocio era già stato abbandonato, la polizia in tenuta antisommossa ha raggiunto la coda del corteo, minacciando, insultando e aggredendo alcuni manifestanti, molti dei quali minorenni e tutti “armati” esclusivamente di megafoni e striscioni. Se non fossero bastate le immagini delle manganellate e dei lacrimogeni “antigravitazionali” nelle strade e nei cieli di Roma, lo scorso 14 novembre, oggi abbiamo avuto la conferma che questo governo non tollera la critica e risponde con le armi più scontante (e spuntate). Violenza e arroganza.
Ciononostante rivendichiamo il successo della mobilitazione, dell’intelligenza e della determinazione con cui studenti, lavoratori, precari e disoccupati hanno affermato il loro diritto a resistere alla “loro crisi” e ad esistere immaginando un futuro meno triste, meno austero e deserto di quello che ci stanno preconfezionando. Triste austero e deserto, come è stata oggi l’università. Oggi. Da domani continueremo a viverla per farne un laboratorio del confronto, dello spirito critico, degli immaginari a venire per un domani “con uno spread alle stelle” rispetto al presente.
Occupy Monti                  
Verona, 1 dicembre 2012

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