Il prossimo 15 febbraio il governo Conte incontrerà i Presidenti di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, per dare il via al percorso sull’autonomia voluta da queste tre regioni. Stiamo parlando di tre regioni che da sole raggiungono il 40 % del PIL dell’intero paese e che, grazie a questo provvedimento, potranno così trattenere la gran parte del ricavato fiscale, rompendo con il dettato costituzionale che impone una equa distribuzione delle risorse tra i territori e pari dignità e diritti per tutti i cittadini, indipendentemente dalla collocazione geografica.
Siamo di fronte a un avvenimento che stravolgerà il volto di un paese, l’Italia, dove già insistono profonde differenze tra il nord e il sud, tra aree ricche e aree più marginalizzate, incapace di affrontare una questione meridionale mai sopita. Un paese che vedrà ancor di più messa in discussione ogni forma di equità e di uguale dotazione dei servizi, soprattutto per settori vitali come ambiente, sanità e scuola.
Nei giorni scorsi il Consiglio regionale della Calabria si è espresso all’unanimità contro questo regionalismo differenziato. Decisione importante e che punta a creare un necessario fronte delle regioni meridionali contro questo progetto, ma scelta che arriva anche con un forte e sospetto ritardo, se consideriamo che questo disegno non nasce con il governo in carica, che vede tutti i consiglieri regionali calabresi schierati oggi tra i partiti d’opposizione: anche se la Lega è il partito che più spinge sull’attuazione di questo federalismo per i ricchi, tutte le forze politiche, dalla riforma del titolo V della Costituzione del 2001 in poi, hanno contribuito a spianare il terreno a questo progetto, rendendosene così complici.
In occasione di questo incontro, l’Unione Sindacale di Base ha deciso di lanciare una mobilitazione di protesta a Roma in piazza Montecitorio, per le ore 11,30, di venerdì 15 febbraio, per fermare questo processo e riaprire la discussione.
Come Potere al Popolo! Calabria condividiamo le ragioni di questa manifestazione e saremo in piazza perché tutti devono avere pari diritti e pari dignità, tutti abbiamo diritto allo stesso livello dei servizi pubblici, delle scuole, degli ospedali, dei trasporti. Abbiamo bisogno, soprattutto nelle regioni meridionali, di rilanciare l’occupazione, sviluppare la pubblica amministrazione e lanciare un piano straordinario di realizzazione di infrastrutture economiche e sociali indispensabili per il nostro futuro. Vogliamo una fiscalità progressiva e perequativa, vogliamo più giustizia sociale ed un piano vero di lotta alle disuguaglianze sociali.
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