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Crolla Saipem-Eni e trascina la borsa

Un altro scandalo finanziario sta per scoppiare. Dietro al crollo di oggi in borsa dei titoli Saipem si cela una storia di poca trasparenza e non solo relativa alle difficoltà di registrare profitti per via del contesto economico negativo.

Dopo aver emesso un profit warning sull’esercizio fiscale in corso, il gruppo energetico italiano si è visto declassare il rating da parte di diverse banche. Bocciature arrivano da Deutsche Bank – rivisto il giudizio sul titolo a “hold” – da Exane – a “neutral” – e Credit Suisse, anche in questo caso rating abbassato a “neutral”.

Sono state riviste al ribasso le previsioni sugli utili 2012 e su ricavi e profitti nel 2013.

Questo un giorno dopo aver lanciato un’operazione di collocamento, per la precisione del 2,3% del suo capitale. Tale manovra desta non pochi sospetti nelle sale operative, per via dei tempi e dal momento che l’indomani – oggi – la società ha tagliato per l’appunto le stime. Una “porcata” (oggi chiedo soldi, domani dico che i miei affari vanno male) che i mercati normalmente non tollerano. Ma che, proprio per questo, non dovrebbe mai essere tentata da nessuno. Se uno ci prova lo stesso, in genere, vuol dire che è con l’acqua alla gola.

La Consob ha intanto avviato accertamenti sull’operazione di collocamento del 2,2% del capitale di Saipem, realizzata da Bank of America Merrill Lynch, prima dell’annuncio del profit warning ieri a mercati chiusi. In merito all’andamento anomalo del titolo, consob ha avviato, da prassi, i necessari monitoraggi.
L’accelerated bookbuilding delle 10 milioni circa di azioni Saipem è stato realizzato lunedì con un valore del titolo sopra i 31 euro (chiusura a 31,56 euro), mentre al momento vale 19,93 euro (-34,55%).

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