Per una protesta improvvisa numerosi autisti del Consorzio di «Roma Tpl» stamani non hanno iniziato il servizio quindi un’alta percentuale di linee bus non viene regolarmente coperta.
Il Consorzio Roma Tpl, circa 1700 dipendenti, 450 bus, gestisce 83 linee che coprono tutte le zone periferiche della città. Non è al momento previsto quanto la protesta terminerà.
Il malessere nella sub-azienda Atac (una delle tante stronzate realizzate dalle amministrazioni comunali, con la separazione tra “competenze Atac – quasi solo il centro e le zone “migliori” – e “competenze Tpl”, ossia le periferie) dura da anni, perché la riduzione dei trasferimenti si è scaricata sulle aziende di trasporto pubblico in termini di corse, manutenzione, orari, salari.
Stipendi in ritardo e anche tagliati di 300 euro. Questo il motivo della protesta degli autisti delle linee periferiche a Roma.
Sembra che la società abbia deciso di non erogare valori retributivi analoghi a quelli previsti dai rinnovi contrattuali 2009/2012′. ”La politica – spiega una nota sindacale – consente a queste imprese di far ricadere solo sui dipendenti – come è avvenuto con il mancato riconoscimento dei 306 euro annuali dell’accordo regionale del 2004 – la sfavorevole congiuntura economica che avrebbe prodotto una mancanza di liquidità e una stretta creditizia operata dal sistema bancario. E’ un film già visto e non possiamo permettere che vengano utilizzati i lavoratori per risolvere problemi ascrivibili esclusivamente alle aziende e alle istituzioni coinvolte che continuano nel rimpallo delle responsabilità senza giungere ad alcuna soluzione. L’assoluta mancanza di programmazione del Tpl romano e laziale non è più sostenibile. Useremo ogni mezzo a nostra disposizione per difendere i diritti dei lavoratori”.“Il taglio di circa 350 Euro nella busta paga di gennaio, che ha provocato la comprensibile rabbia dei dipendenti della Roma Tpl, è l’ennesimo atto di arroganza da parte del Consorzio, che fa leva sul ricatto ai lavoratori per risolvere i suoi conteziosi con le amministrazioni coinvolte nel servizio”, denuncia Walter Sforzini, dell’USB Lavoro Privato.
“Riteniamo profondamente iniquo evidenzia il rappresentante USB – scaricare sui dipendenti il costo delle inadempienze contrattuali attuate sia dall’azienda che dalla Regione Lazio”. “Questa vicenda conferma che il privato non funziona, e si regge soltanto su soldi pubblici – conclude Sforzini – ribadiamo pertanto la necessità che la gestione delle linee periferiche romane venga riportata interamente in mano pubblica, per dare garanzie a tutti i lavoratori ed ai cittadini della capitale, che meritano un servizio efficiente e di qualità”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa