La storia è nota. Il 3 ottobre 2012, in ragione del dissenso espresso in segreteria e nel comitato centrale su questioni squisitamente sindacali , Sergio Bellavita, segretario nazionale Fiom, veniva destituito per incompatibile dissenso, per mancanza di cosidetta “lealtà” e “responsabilità”. “Per destituirmi si dimisero due segretari nazionali su 4, Airaudo, rieletto pochi giorni dopo nella stessa segreteria e oggi testa di serie SEL alle elezioni politiche e Laura Spezia, all’epoca già in pensione da mesi. Oggi, in virtù del ricorso che ho presentato al Collegio nazionale Statutario Cgil, viene ristabilita la verità sull’operazione. Un segretario nazionale non sfiduciato e non dimissionario non può essere destituito” afferma Sergio Bellavita riammesso dunque nella Segreteria della Fiom.
Il CC avrebbe dovuto innanzitutto votare un dispositivo in base al quale rendere disponibili l’insieme dei posti della Segreteria e poi esprimersi sui criteri politici e numerici.”
E’ evidente, da ciò che scrive il Collegio Statutario, che non solo si accolgono le ragioni di Sergio Bellavita, ma si sancisce che l’elezione della segreteria con la sua destituzione, in rottura della maggioranza congressuale, è avvenuta in violazione dello statuto, delle regole cioè che presiedono allo svolgimento corretto, democratico e trasparente della vita interna della Cgil.
Un grave fatto nella storia della Fiom che un nuovo voto, che il collegio statutario pure impone al Comitato centrale, non può certo sanare.
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