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Cgil versus Landini. Riammesso Sergio Bellavita nella segreteria Fiom

La storia è nota. Il 3 ottobre 2012, in ragione del dissenso espresso in segreteria e nel comitato centrale su questioni squisitamente sindacali , Sergio Bellavita, segretario nazionale Fiom, veniva destituito per incompatibile dissenso, per mancanza di cosidetta “lealtà” e “responsabilità”. “Per destituirmi si dimisero due segretari nazionali su 4, Airaudo, rieletto pochi giorni dopo nella stessa segreteria e oggi testa di serie SEL alle elezioni politiche e Laura Spezia, all’epoca già in pensione da mesi. Oggi, in virtù del ricorso che ho presentato al Collegio nazionale Statutario Cgil, viene ristabilita la verità sull’operazione. Un segretario nazionale non sfiduciato e non dimissionario non può essere destituito” afferma Sergio Bellavita riammesso dunque nella Segreteria della Fiom.

Qui di seguito un passaggio della delibera del Collegio: (…)
 
“Nel caso di specie si evince che, a seguito delle dimissioni di due dei 4 componenti della segreteria avvenute nel CC del 5/6 settembre, le proposte politiche e numeriche avanzate dal Segretario Generale nella successiva riunione del CC si riferivano all’intera segreteria senza che né fosse stata presentata una mozione di sfiducia verso gli altri segretari, né che il CC avesse votato in esplicito l’azzeramento della precedente segreteria. In sostanza il CC non è stato messo nelle condizioni di potersi esprimere in modo certo ed esplicito su una decisione rilevante per la direzione dell’Organizzazione.

Il CC avrebbe dovuto innanzitutto votare un dispositivo in base al quale rendere disponibili l’insieme dei posti della Segreteria e poi esprimersi sui criteri politici e numerici.”

E’ evidente, da ciò che scrive il Collegio Statutario, che non solo si accolgono le ragioni di Sergio Bellavita, ma si sancisce che l’elezione della segreteria con la sua destituzione, in rottura della maggioranza congressuale, è avvenuta in violazione dello statuto, delle regole cioè che presiedono allo svolgimento corretto, democratico e trasparente della vita interna della Cgil.
Un grave fatto nella storia della Fiom che un nuovo voto, che il collegio statutario pure impone al Comitato centrale, non può certo sanare.

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