Menu

Bologna. Emergenza freddo, pannicelli caldi

La montagna partorisce il solito topolino. Si risolve in questa maniera, per il momento, la trattativa tra i migranti (appoggiati da ASIA/USB e USB migranti ed alcuni movimenti) che lunedi hanno occupato la caserma di Prati di Caprara dove vivevano da tempo e il Comune.

Posti letto che non risolvono il problema e che,oltretutto, l’amministrazione comunale non sembra in grado di garantire al 100%, ma comunque, per il momento, permette un tetto sotto cui dormire grazie anche all’azione fulminea dei sindacalisti.

Continua dunque la pessima gestione, all’italiana, dell’emergenza Nord Africa nella città di Bologna che consegna centinaia di persone alla miseria e al circuito dell’assistenza temporanea in programmi di bassa soglia come il Piano Freddo. Un primo bilancio di questi 20 mesi di gestione emergenziale da parte della Protezione Civile e successivamente da parte della Prefettura ci mostra le conseguenze di una politica in materia di immigrazione che continua a considerare chi fugge da conflitti, persecuzioni e povertà come una presenza di passaggio, da lasciare nella totale precarietà ed incertezza di diritti.

Ricordiamo che i rifugiati erano lavoratori nella Libia di Gheddafi e furono messi fuga dalla guerra civile libica dove i tagliagole “democratici”, appoggiati dalla coalizione internazionale a guida U.S.A ,uccidevano chiunque avesse la pelle “nera”.

Una bella conquista per la “Democrazia”.

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *