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Morire a Nassiriya. Per colpa di chi?

Come prevedibile – e come sempre accaduto in questi dieci anni – il decimo anniversario dei morti di Nassiriya, ha suscitato il consueto vespaio di polemiche e retorica. Stavolta è toccato alle dichiarazioni della deputata del Movimento 5 Stelle Emanuela Corda. I media mainstream e la “politica” sottolineano scandalizzati come l’on. Corda abbia messo sullo stesso piano i diciannove soldati italiani caduti nell’attacco militare e l’attentatore. Omettono però di dire che Nassiriya non sia la stazione di Bologna o piazza della Loggia a Brescia.

Già solo la lista degli indignati per le dichiarazioni pronunciate alla Camera dovrebbe spingere ad un anelito di simpatia nei confronti dell’on. Corda. Si va infatti dal “Vergogna” del deputato di Scelta Civica Domenico Rossi al leghista Massimiliano Fedriga il quale ha affermato che i grillini “giustificano” i kamikaze. C’è poi l’immancabile “Un intervento vergognoso” dell’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa che ha definito “ancor più grave” “il totale silenzio dell’Aula a queste ignobili parole”. Dall’ambito extraparlamentare non poteva mancare il commentatore del Corriere della Sera Pigi Battista, da sempre sostenitore di ogni intervento militare e fustigatore di ogni opposizione alla guerra.

I media mainstream evidenziano come sulla pagina Facebook dell’on. Corda si sarebbe abbattuta una valanga di commenti e di insulti. Ma l’esponente del Movimento 5 Stelle ha replicato: “È incredibile come la mistificazione partitica raggiunga livelli così bassi. Estrapolare una parola da un contesto e mistificare il senso di una frase che vuol significare l’esatto opposto. Questa è la politichetta del sistema. Siamo in guerra”. E poi: “Rivendico il concetto espresso in aula e strumentalizzato dai media avversi. Ho parlato del kamikaze come carnefice e “vittima che ha creduto in un’ideologia criminale”. Condanno fermamente il fondamentalismo, così come le guerre insensate”.

Ma la cosa più importante, l’on. Corda l’ha detta in un passaggio decisivo del suo intervento, quando ha affermato che: “E se i nostri militari furono vittime, non furono solo vittime dell’ideologia terroristica, ma anche della politica occidentale, la politica dei nostri governi che spedirono e continuano a spedire i nostri ragazzi sui fronti di guerra raccontandogli che è eroico occupare i territori di altri popoli, col pretesto che si sta portando la pace quando invece si fomentano talvolta le ideologie terroristiche e tutti i drammi che ne conseguono”.

La sostanza sta qui e forse questo doveva essere l’incipit del suo intervento, perchè è la verità che spazza via tutte le ipocrisie diffuse prima, durante e dopo l’occupazione militare dell’Iraq da parte delle forze armate di Stati Uniti, Gran Bretagna e… Italia, che invasero un paese sovrano sulla base delle menzogne di guerra diffuse dall’amministrazione Usa, fin dentro l’aula delle Nazioni Unite dall’allora segretario di Stato Colin Powell.

In Iraq sono stati inviati contingenti militari armati fino ai denti dopo giorni e giorni di bombardamenti a tappeto. Sul campo hanno incontrato la resistenza di un popolo che ha visto il proprio paese occupato da truppe straniere e non certo da contingenti “umanitari”. La missione militare italiana stava dentro questo contesto e l’averla spacciata per missione di pace poteva bastare ai cuori semplici e alle ipocrisie della politica di palazzo, non certo a mistificare la realtà sul campo.

In questi anni ci siamo detti sempre solidali con i familiari dei soldati caduti perchè inviati dai governi a fare la guerra, ma questo secondo fattore non può essere rimosso e addossa la piena responsabilità dei morti a chi decise di inviarli su un teatro di guerra dove, come noto si muore, si rimane feriti nel corpo e nella psiche. E dove a morire sono i soldati ma sono anche i “soldati” dell’esercito nemico e soprattutto i civili. I dati sulle conseguenze umane e materiali dell’invasione dell’Iraq ci parlano di una guerra, di una resistenza all’occupazione e di orrori prodottisi contro la popolazione (basta ricordare la macelleria di Falluja, gli eccidi rivelati dai files di Wikileaks o le torture e le morti nel carcere di Abu Ghraib).

E’ per questo motivo che invitiamo a solidarizzare con l’on. Manuela Corda che – in un Parlamento dominato dall’ipocrisia – ha detto quello che andava detto. Poteva dirlo meglio, ma questa è un’altra storia. Qui di seguito il testo integrale dell’intervento in aula della parlamentare:

“L’aspetto più drammatico della strage di Nassirya è che, a nostro parere, non fu uno scontro tra buoni e cattivi, non fu un attacco di militari che fecero strage di civili inermi. Da una parte e dall’altra, infatti, vi erano delle vittime. E i responsabili politici e morali, i mandanti di quella strage, non sono mai stati puniti. Tutti noi ricordiamo commossi i diciannove italiani deceduti in quell’attacco kamikaze, e oggi siamo vicini a loro familiari. A volte ricordiamo anche i nove iracheni che lavoravano nella base italiana, ma non troppo spesso. Nessuno ricorda, però, il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage. Quando si parla di lui se ne parla solo come di un assassino, e non anche di una vittima. Perché anch’egli fu vittima, oltre che carnefice. Una ideologia criminale lo aveva convinto che quella strage fosse un gesto eroico e lo aveva mandato a morire e non è escluso che quel giovane, come tanti kamikaze islamici, fosse spinto dalla fame, dalla speranza che quel suo sacrificio sarebbe servito per far vivere meglio i suoi familiari, che spesso vengono risarciti per il sacrificio del loro caro. E se i nostri militari furono vittime, non furono solo vittime dell’ideologia terroristica, ma anche della politica occidentale, la politica dei nostri governi che spedirono e continuano a spedire i nostri ragazzi sui fronti di guerra raccontandogli che è eroico occupare i territori di altri popoli, col pretesto che si sta portando la pace quando invece si fomentano talvolta le ideologie terroristiche e tutti i drammi che ne conseguono. Vorremmo ricordare la provetta agitata da davanti al Consiglio di sicurezza Nazioni unite da Colin Powell che avrebbe dimostrato al mondo la presenza di armi di sterminio di massa che in realtà non furono mai trovate. Lo stesso Colin Powell, solo recentemente, purtroppo, ha detto di essere stato raggirato lui stesso da quella colossale truffa che portò all’occupazione dell’Iraq. L’esistenza di quella truffa, di quella menzogna che ha portato al massacro decine di migliaia di persone, non sembra sia servita di lezione ai governi europei che hanno continuato a credere alle balle organizzate a tavolino per scatenare nuovi e atroci conflitti.
La Libia , l’ha dichiarato ieri il ministro Bonino, è completamente fuori controllo, per esempio. L’Afghanistan ogni giorno è un calvario per gli afghani e per le truppe d’occupazione. Per questo gridiamo con tutta la nostra forza: mai più Nassirya, mai più guerre di occupazione mai più violazioni del’articolo 11 della Costituzione. Lo ribadiamo: noi siamo vicini alle famiglie dei caduti e a tutte le persone che soffrono ogni giorno per queste guerre vergognose, per le menzogne dei nostri governi”.

 

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