Ieri mattina Girolamo Sorrenti, Antonio Morales e Amid Razkanowi, tre operai che lavorano per Cemin, ditta fornitrice della reggiana Unieco, sono saliti su una gru nel cantiere di San Benigno, minacciando di buttarsi perché senza stipendio da mesi.
“Le persone coinvolte nella protesta sono dipendenti di un fornitore di Unieco che vanta crediti verso quest’ultima – si legge in una nota di Unieco – Benché la volontà di Unieco sia nel senso di procedere al pagamento di tutti i suoi fornitori occorre chiarire che, a prescindere dalle effettive risorse finanziarie di cui la società oggi dispone, la procedura a cui la cooperativa ha chiesto di accedere non consente fin d’ora di effettuare pagamenti per debiti sorti prima dell’11 marzo 2013, salvo che gli stessi non siano specificamente autorizzati dal Tribunale, laddove ricorrano i presupposti a tal fine previsti dalla legge”.
Insomma: Unieco sostiene che gli operai hanno ovviamente ragione, ma loro non hanno un euro per pagare.
La società spiega di essereancora “economicamente in grado di produrre utili e dispone di un ingente patrimonio, ma è temporaneamente illiquida”.
Gli operai sono poi stati convinti a scendere dallo stesso titolare della ditta in subappalto, la Cemin, a sua volta a rischio fallimento.
“Sono pieno di debiti con le banche a causa dei ritardi nei pagamenti e ho la casa ipotecata, ma a me ora interessa solo poter pagare i loro stipendi, perché se i soldi promessi non arrivano, la prossima settimana sarò il primo a salire sulla gru”, ha poi spiegato Antonino Raso, titolare della Cemin.
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