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L’esordio di Nitto Palma: visita in carcere a Cosentino

Francesco Nitto Palma, neo presidente della Commissione Giustizia al Senato, ha battezzato il suo nuovo incarico con una visita all’ex parlamentare Nicola Cosentino, in carcere a Secondigliano per rapporti con la camorra. E l’ha addirittura rivendicato come un gesto “opportuno”. «Ho ritenuto opportuno fare una visita alle carceri di Secondigliano e l’ho incontrato, dieci minuti e me ne sono andato via».

«Questa vicenda appartiene alla mia sfera privata – ha aggiunto Palma – comunque non essendomi mai sottratto alle domande, rispondo che sì, nella mia qualità di coordinatore regionale dopo che il provvedimento di non revoca della misura cautelare è stato adottato, ho incontrato Cosentino in carcere. Nella brevità dell’incontro ho visto una persona evidentemente provata da una situazione a cui non è abituato, ma sereno, pronto al giudizio della magistratura». L’ex magistrato “antiterrorismo” (in realtà ha fatto semplicemente il pm nel processo da lui istruito contro i brigatisti con l’accusa di “insurrezione”, conseguendo un risultato unico in quegli anni: l’assoluzione di tutti gli imputati) evidentemente non concepisce che il ruolo pubblico non consente mai di separare con tale – presunta – nettezza gli aspetti “privati”. Specie se, come in questo caso, non riguardano davvero la “sfera degli affetti” (o sì?), ma quella dei reati.

Incredibile anche la sua difesa d’ufficio dell’imputato: «Sono convinto che gli elementi a suo carico non siano sufficienti per una condanna. Lo so perché ho letto le carte e sono un magistrato. Ma ora la sorte di Nicola Cosentino è nelle mani dei suoi giudici. E i giudici decideranno come meglio riterranno. Mi permetto però di dire che nei provvedimenti nei quali non si è revocata la misura cautelare vi sono state delle valutazioni di carattere politico, e di carattere generale sul mio partito che io ho fortemente stigmatizzato sulla stampa senza che nessuno abbia osato smentirmi o obiettare qualcosa».
Anche qui: che i magistrati napoletani non rispondano a dichiarazioni fatte sulla stampa dai politici (specie se ex magistrati) è esattamente quel che ci si attende da un giudice che non sia sia ma anche voglia sembrare imparziale. Rispondere a Nitto Palma, o a qualsiasi altro pidiellino, implicherebbe infatti una querelle inevitabilmente di ordine politico. E quindi un’uscita dal seminato che gli stessi berlusconiani stigmatizzerebbero come “prova” che quei giudici sono “politicizzati”. Se si seguisse lo stesso ragionamento, dunque, anche la visita di Nitto Palma a Cosentino potrebbe essere interpretata in senso decisamente inquietante. Tipo: che peso ha la camorra nel Pdl?

Poi ha aggiunto: «Avevo sostenuto la ricandidatura di Cosentino ma se in questo Paese non è possibile esprimere serenamente o liberamente un’opinione credo che probabilmente forse è opportuno andarsene. Certo, lo dico come paradosso».

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